La comunicazione con il dott. Google

La comunicazione con il dott. Google

Già dal 14esimo Rapporto sulla comunicazione del Censis (2018), che dal 2001 monitora i consumi dei media analizzando i cambiamenti nella dieta mediatica degli italiani e la loro ricaduta sulla vita del Paese, appare in piena evidenza la rivoluzione indotta in tutta la filiera dei media, e non solo dai processi di disintermediazione digitale, tanto che si arriva a parlare di "mutazione antropologica".

Dai dati emerge che cresce la diffusione dei media digitali e il numero degli utenti social: l’uso di internet e degli smartphone interessa rispettivamente il 78,4% e il 73,8% degli italiani; gli utenti dei social network salgono al 72,5% della popolazione, con più della metà degli italiani che sceglie Facebook (56%) e YouTube (51,8%).

E questo ha di conseguenza determinato anche una rivoluzione digitale nell’area della salute e della cura. Le persone desiderano partecipare al proprio percorso di prevenzione, benessere, diagnosi e cura e oltre a cercare informazioni su Google, partecipano a forum di discussione o a comunità di pazienti online elevando tali strumenti a vera e propria cura: a partire da blog terapia, autodiagnosi online, comunità terapeutiche virtuali, ad arrivare a consulti medici online, e app per migliorare la qualità della vita. Pertanto Internet e i social media hanno ampliato enormemente il discorso sociale sulla salute e la malattia e hanno cambiato il rapporto medico paziente. Senza dimenticare che in questo processo di mutazione antropologica le fake news non hanno certo risparmiato il mondo della scienza e della salute e sempre più spesso si assiste a controversie nella sfera pubblica basate su interpretazioni alternative di fatti scientifici. Ma a differenza delle tradizionali controversie scientifiche, queste nascono dal rifiuto di fatti e conoscenze che la comunità scientifica considera in larga maggioranza acquisiti. Diventa quindi importante comprendere non tanto la produzione o circolazione di fake news scientifiche, ma le ragioni della loro accettazione, lo storytelling che ne consente il proliferare e partire dal tema della credulità che naturalmente - e il caso dei vaccini è lì a dimostrarlo, è un fenomeno sociale con il quale è necessario misurarsi.

Per poter affrontare in un nuovo modo la comunicazione occorre più che mai una nuova alleanza terapeutica che vede coinvolti tutti gli attori dell'ecosistema della salute. E non ultimo le aziende farmaceutiche. Da una ricerca Censis del 2019 (Immagine e reputazione delle aziende farmaceutiche) si evidenzia la necessità strategica di implementare l’informazione su diverse tematiche. In primis l’impegno nella ricerca spiegando in modo chiaro e trasparente i meccanismi e le regole della ricerca, e l’importanza del ruolo svolto dalle imprese. E poi allargare la comunicazione su una mission più ampia. Ampliare anche la platea degli interlocutori, considerando tali non più solo medici e istituzioni sanitarie ma dando peso ai cittadini, ai pazienti ed alle loro organizzazioni.

Dott.ssa Enrica Baraldi
(Coordinatrice Scientifica e Docente: Master Pharma Medical Affairs)

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