Le esportazioni e le importazioni dell’Ue di medicinali e prodotti farmaceutici sono cresciute quasi ogni anno tra il 2002 e il 2017, raggiungendo rispettivamente 156 miliardi di euro e 77 miliardi di euro nel 2017. Con un aumento delle esportazioni superiore alle importazioni, la bilancia commerciale è aumentata da un avanzo di 22 miliardi di euro nel 2002 al massimo storico di 80 miliardi di euro nel 2017. Sono questi i dati principali che emergono da un’analisi di Eurostat appena pubblicata.
Il futuro della farmacia è tutto in quattro parole: aggregazione, innovazione, servizi e territorio. A volerne distillare la sintesi, è questa la previsione elaborata da Iqvia, il provider globale di informazioni, consulenza e tecnologia nel settore farmaceutico, sulla base dei dati rilevati dopo un anno di vigenza della legge sulla concorrenza, che ha aperto la proprietà delle farmacie alle società di capitali e che ha cominciato a dispiegare i suoi effetti.
Tra il 2007 e il 2017 un medicinale su quattro tra quelli approvati nell’Ue ha avuto indicazioni specifiche per l’uso nei bambini. Il punto dell’agenzia regolatoria europea.
Il nuovo Regolamento relativo ai dispositivi medici 2017/745 (RDM) che verrà applicato dal maggio 2020, introduce una rivisitazione delle classi di rischio da attribuire ai dispositivi medici e tiene conto in modo più diretto ed esplicito di categorie prima non compiutamente trattate (software, sistemi integrati, nanomateriali, etc.).
L'accordo entrerà in vigore nel 2019 e prevede l'abbattimento (quasi totale) dei dazi su numerosi prodotti. Tra questi anche medicinali e dispositivi medici. Rimangono da limare e armonizzare alcune differenze normative
Sull'innovazione farmaceutica in questi ultimi anni l'Agenzia Italiana del Farmaco ha messo in atto iniziative concrete: la definizione dei criteri di innovatività e la loro applicazione nella classificazione dei nuovi farmaci e la promozione di strumenti finora poco valorizzati per l'accesso precoce a medicinali essenziali (Fondo del 5%, Legge 648/1996 e "uso compassionevole") sono solo alcuni tra gli esempi più immediati.
Il Ministero della Salute, a seguito di alcune segnalazioni, ha ritenuto necessario pubblicare una circolare per fare chiarezza sui termini e sugli acronimi che vengono riportati in etichetta di integratori alimentari.
“Le startup ci offrono un servizio distintivo rispetto ai fornitori tradizionali e differenziante rispetto ai competitor” dice Stefano Zagnoni, Head of Strategic Multichannel and Innovation di Janssen, società farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson che ha scelto l’open innovation per trasformare prodotti e processi.