Direct costing, cos'è e come si calcola in economia aziendale

Direct costing, cos'è e come si calcola in economia aziendale

Il controllo dei costi aziendali è un’operazione fondamentale per la salute finanziaria di un’azienda: si tratta di un fattore importantissimo perché abbia un buon rendimento, e una variabile da cui quest’ultimo dipende in maniera piuttosto stretta.

Tra le tecniche per calcolare quali sono i costi che un’azienda deve affrontare per compiere un’operazione c’è il direct costing, meglio conosciuto come calcolo a costi variabili direttamente proporzionali. Vediamo insieme che cos’è questo elemento dell’economia aziendale e della finanza particolarmente significativo, e come si calcola attraverso la sua formula tipica.

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Che cos’è il direct costing: definizione e significato dell’espressione

Prima di procedere con l’analisi del direct costing occorre comprendere bene che cos’è. Si tratta di una delle tecniche con le quali viene effettuato il calcolo dei costi di prodotto di un’operazione finanziaria, in maniera semplice e con una rilevazione molto oggettiva. Come vedremo, è particolarmente utile per attività commerciali che presentano molti costi variabili; differentemente, un’azienda che presenta molti costi indiretti, rende poco efficace questa tecnica di analisi.

La differenza fondamentale tra il direct costing e il full costing sta nel fatto che quest’ultima comprende tutte le componenti di costo, e porta ad una configurazione di costo che imputa al prodotto tutti i tipi costi che concernono i fattori produttivi. Nel direct costing, invece, non assume importanza l’allocazione dei costi indiretti agli oggetti di costo.

Come funziona il direct costing: la distinzione tra costi fissi e variabili

Per capire come funziona il direct costing occorre, appunto, fare una distinzione piuttosto netta tra le due componenti. Il calcolo a costi variabili direttamente proporzionali separa, infatti, i costi fissi dai costi variabili, suddividendoli in maniera opportuna. Per intervalli di tempo definiti, nel direct costing la variabilità dei risultati è indicata dal margine di contribuzione: qualora questo sia positivo, l’operazione per la quale si è effettuato il calcolo presenta una convenienza.

Nel dettaglio, esiste anche una differenza formale tra il direct costing semplice, che è una metodologia che include nel calcolo dei costi di prodotto solo i costi diretti unitari, e il direct costing evoluto, che include anche i costi fissi specifici.

Come si calcola il margine di contribuzione con il direct costing: alcuni esempi di formule

Per calcolare il margine di contribuzione da attribuire a un prodotto attraverso il metodo del direct costing, occorre conoscere i ricavi e i costi variabili. Con il direct costing la redditività dei prodotti è misurata, appunto, con il suddetto margine.

Queste le due formule valide:

  • Margine di contribuzione = Ricavi – Costi Variabili
  • Margine di contribuzione unitario: Prezzo Unitario – Costo Variabile Unitario

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