L'informazione sulla salute e le fake news

L'informazione sulla salute e le fake news

Il ritiro della ranitidina da parte dell'Aifa ha portato alla diffusione difficilmente controllata di fake news; ciò ha fatto nascere il bisogno di una diversa gestione della comunicazione

È di questi giorni l’ultima fake news che si sviluppa parallelamente ad una notizia relativa alla salute. Nei giorni scorsi l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha comunicato di aver disposto il ritiro dalle farmacie e dalla catena distributiva di tutti i lotti di medicinali contenenti il principio attivo ranitidina prodotto presso una specifica officina farmaceutica (Saraca Laboratories LTD – India). L’AIFA ha anche disposto il divieto di utilizzo di tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina prodotta da altre officine farmaceutiche, diverse dalla Saraca Laboratories LTD, in attesa che vengano analizzati al fine di valutarne l’assenza di rischio simile. In questi casi le autorità sanitarie hanno operato secondo il principio di precauzione, che prevede di ridurre al minimo i rischi per il paziente, limitando l’esposizione alla sostanza potenzialmente dannosa. La ranitidina è un inibitore della secrezione acida utilizzato nel trattamento dell'ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida. È un medicinale di uso abbastanza comune commercializzata in Italia sia come medicinale soggetto a prescrizione medica, sia come medicinale di automedicazione. E forse è questo il primo motivo per cui questa notizia ha interessato immediatamente i social.

Il motivo di tale avviso precauzionale è stata la presenza, in alcuni dei lotti della Saraca Laboratories LTD, di un’impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (NDMA), classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo. La non chiarezza nell’informazione, e/o la volontà di qualcuno di avviare una campagna di allarme, ha immediatamente tradotto la notizia sui social in: la ranitidina ha un effetto cancerogeno!

E oltre a questo messaggio completamente stravolto si sono diffuse sui social network liste di farmaci che nulla hanno a che vedere con quelli oggetto dei provvedimenti restrittivi. L’AIFA ha immediatamente segnalato la fake news che circolava sui social; ma anche questa immediatezza di risposta non è stata del tutto sufficiente per arginare il diffondersi dell’informazione scorretta. E anche quest’ultimo fatto evidenzia ancora una volta l’attenzione che andrebbe prestata alla comunicazione. 

E’ chiaro che con questa disintermediazione delle notizie in particolar modo di quelle scientifiche, sulla salute o sulla sicurezza dei cittadini bisogna fare i conti al più presto e trovare i modi e gli strumenti per gestire la comunicazione. Di certo l’interazione fra i protagonisti dell’informazione scientifica (pubblico, giornalisti, ricercatori) è diventata più complessa e più problematica e le fake news hanno trovato in qualche modo un terreno fertile; basti pensare alla fake news della correlazione vaccini-autismo che ha portato anche a una riduzione dell’immunità di gregge con esposizione ai rischi che ne conseguono. Siamo ancora lontani dal trovare un modo efficace e sicuro per evitare fake news collegate al mondo della salute ma è sicuramente un’area della comunicazione dove è fondamentale adoperarsi in ogni momento per trovare il modo corretto di comunicare.

Dott.ssa Enrica Baraldi
(Coordinatrice Scientifica e Docente: Master Pharma Medical Affairs)

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