Anche per le pmi la sfida si gioca sul cloud

Resilienza

A.A.A. cercansi aziende con un’idea da realizzare, per portarle in garage e da lì sulle nuvole. Detto così fa un po’ strano, ma in soldoni è proprio quello che da qualche mese si propone Ibm: aiutare le aziende italiane a innovarsi, mettendogli a disposizione il suo know how tecnologico.

Il tutto passando per un garage, inteso non come autorimessa, ma come uno di quei luoghi tecnologicamente creativi dove da almeno 80 anni si danno appuntamento gli innovatori (in un garage dell’Università di Stanford a Palo Alto nel 1939 Hewlett e Packard crearono la loro “piccola” azienda di elettronica, dando inizio alla Silicon Valley). Le nuvole invece sono quelle del cloud, la base su cui poggiano le tecnologie e competenze di Ibm più avanzate del momento, tra cui l‘intelligenza artificiale, l’automazione, la blockchain e l’internet delle cose.

A giugno Ibm ha aperto il suo 16esimo garage, il primo in Italia, all’interno degli Ibm Studios di Piazza Gae Aulenti a Milano. A una prima occhiata appare come una sorta di coworking evoluto dove esperti in ricerca, strategia, processi, applicazioni, infrastrutture e tecnologie lavorano assieme per sviluppare idee e soluzioni. “È un luogo d’innovazione dove possiamo lavorare con i clienti, alla velocità tipica delle startup, ma senza rinunciare alla solidità di una grande enterprise”, spiega Sebastian Krause, direttore generale cloud & cognitive di Ibm Europa.

Scopri i Master e Corsi che potrebbero Interessarti

Image

Quello del garage è un vero e proprio metodo di lavoro che si sviluppa in cinque fasi, rapide e definite, come illustra Alessandro La Volpe, vicepresidente Ibm cloud & cognitive per l’Italia: “Uno o due giorni sono dedicati alla business framing session, poi si passa a un design thinking workshop di 2 giorni e, successivamente, a un architectural consultancy workshop di altri 2 giorni. Per poi entrare in una fase di minimun viable product build-up che di solito dura dalle 2 alle 8 settimane e infine alla fase di scale up.

Applicare il metodo garage alle esigenze di imprese piccole e medie, permette loro di sposare l’innovazione senza rischi e a Ibm di non perdere la sua forza innovativa. In questo si inserisce la cloud strategy di Big Blue, che un anno fa ha acquistato la piattaforma Red Hat per 34 miliardi di dollari, diventando di fatto il principale fornitore di cloud ibrido al mondo. Come spiega Krause, il cloud ibrido è fondamentale in questo processo di innovazione, perché garantisce un ampio livello di flessibilità alle aziende, permettendo loro di poter conservare parte dei dati sul proprio cloud, affidando al cloud pubblico solo parte dei dati, in modo da non dover rinunciare a funzionalità, come quelle dell’Ibm Cloud Paks, in grado di garantire vantaggi significativi.

Sperimentazioni sul campo

Ad oggi sono diverse le aziende italiane che hanno scelto di entrare nel garage. La prima è stata Topcon, che opera nell’agricoltura di precisione e a cui l’ingresso nel garage ha permesso di massimizzare la produttività delle colture, riducendo l’impiego di mezzi tecnici e risorse, come acqua e fertilizzanti. Poi, tra le altre, sono arrivate Groupama, che ha annunciato l’avvio di una collaborazione con Ibm per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’industria assicurativa ed Elica, leader mondiale nel settore delle cappe a uso domestico, a cui l’intelligenza artificiale è servita a comprendere il comportamento dei clienti, così da personalizzare il funzionamento dei prodotti, prendendo in considerazione finanche la qualità dell’aria misurata esternamente. Mentre ha già fatto scuola il caso di Wind 3 che ha scelto di usare Watson, il potente sistema cognitivo di Ibm, per migliorare il suo call center.

 

 

 

 

 

 

 

Iscriviti alla
Newsletter

Si prega di inserire una Email.
Si prega di inserire una Email.

Risorse Alma Laboris

Opportunità

Press Area