Export dopo Brexit, accordo salva 3,4 miliardi di agroalimentare Made in Italy

L’Export del Made in Italy agroalimentare verso il Regno Unito è salvo anche dopo la Brexit. È notizia di fine 2020 quella che annuncia un accordo tra il nostro Paese e la quinta potenza economica mondiale e seconda in Europa, che nella classifica dei partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande occupa il quarto posto, dopo Germania, Francia e Stati Uniti.

Con la formalizzazione del via libera al compromesso finale su un accordo di libero scambio, un testo di 2000 pagine circa, viene allontanato l'incubo di un traumatico 'no deal' commerciale, che avrebbe causato un ko alla nostra economia difficile da digerire.

Alla base del patto, come spiega il presidente Coldiretti Ettore Prandini, tutte le misure per “evitare l’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali alle esportazioni Made in Italy”. Per fortuna, i negoziati procedono bene in tal senso, tanto da arrivare a salvare, secondo le ultime statistiche, ben 3,4 miliardi di euro di merci esportate.

Una pista, quella dell’export verso lo UK, che l’Italia proprio non può permettersi di perdere, nella schiera dei Paesi con cui intessere rapporti commerciali, al fine di esportare i prodotti dell’enogastronomia tricolore.

Per motivare ciò, basti sapere che questo settore è l’unico del Made in Italy cresciuto nel 2020 Oltremanica nonostante la fase recessiva provocata dalla pandemia, e soprattutto nonostante i timori legati a un allentamento delle relazioni con la Gran Bretagna in seguito al definitivo completamento del processo di uscita dall’Unione Europea.

 

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