Dazi USA: cosa sono, cosa cambia per le importazioni dall’America all’Europa

Dazi USA: cosa sono, cosa cambia per le importazioni dall’America all’Europa

Tutto ciò che c’è da sapere su un argomento tra i più diffusi per quanto riguarda il campo dell’export.

Gli Stati Uniti d’America, vero e proprio ombelico del mondo dell’ultimo secolo, e in generale dell’età contemporanea. Gestiscono da sempre una fetta importante del commercio mondiale, fungendo da ago della bilancia per i destini di tantissimi Paesi dell’Europa. La presidenza Donald Trump ha calamitato l’attenzione pubblica non solo per questioni legati alla sicurezza, ma anche per i cosiddetti dazi USA.

 

Cosa sono i Dazi USA, e perché se ne parla così tanto?

Dazi USASe c’è un Paese che, Unione Sovietica a parte, non è mai stato un grande alleato degli USA, quello è proprio la Cina. Nel marzo 2018 Trump ha istituito delle tasse doganali per quanto riguarda l’importazione dall’Oriente di acciaio e alluminio. Comunemente noti come dazi USA, impongono tasse, rispettivamente, al 25 e al 10 percento sui prodotti dell’industria pesante cinese.

Il presidente statunitense, nel suo mandato, non si è mai fatto tanti scrupoli ad adottare politiche dure come questa, che hanno subito sollevato l’opinione pubblica. Ma quali sono le ragioni che avrebbero spinto Trump ad adottare questo tipo di provvedimenti? Sembrerebbe che alcuni dati snocciolati da un rapporto stilato dal dipartimento per il Commercio abbiano allarmato gli USA circa il livello di importazione di queste merci, giudicato troppo elevato.

Al fine di agire nella maniera più concreta possibile, Trump ha ripescato una norma del 1962, contenuta nel Trade Expansion Act, che si appella ai principi di sana concorrenza sul mercato. Si tratta di una legge che consente di decidere di imporre dazi doganali, in maniera completamente unilaterale, e senza che vi fosse il bisogno di richiedere un’autorizzazione all’Organizzazione mondiale del commercio.

Dunque, l’obiettivo degli USA, almeno stando a quanto possiamo comprendere, sarebbe quello di proteggere dalla concorrenza i prodotti degli Stati Uniti d’America: i dazi, infatti, mirano a far crescere il prezzo del bene venduto dal produttore di un Paese straniero, e dunque scoraggiarne l’acquisto, a favore di prodotti USA.

Dazi USA Europa, ecco cosa cambia per il Vecchio Continente

Una politica, quella degli Stati Uniti, che ha conosciuto diffusione fino ad influire sul commercio internazionale dall’Unione Europea. Il Vecchio Continente si è trovato ad affrontare, nei primi mesi dell’autunno 2019, i dazi USA: dal 18 ottobre di quell’anno sono partite le tasse doganali per quanto riguarda prodotti provenienti dall’Europa.

Alcuni esempi? Sono state imposte delle maggiorazioni sul prezzo di bevande alcoliche come whiskey scozzese, vini francesi, cognac, ma anche su formaggi, come l’Emmental svizzero e la groviera. In più, gli aerei commerciali, e in particolar modo il consorzio Airbus, sono stati colpiti da dazi per il 10%.

Ciò in seguito al parere favorevole dell’OMC, che si è pronunciata a favore della posizione statunitense dando il via libera agli Stati Uniti per l’imposizione di tariffe compensatorie fino a un massimo di 7,5 miliardi di dollari all’anno in valore dei prodotti importati dall’Unione Europea. E le intenzioni dell’amministrazione repubblicana potrebbero essere quelle di aumentare fino al 100% le tariffe già imposte ad ottobre.

Dazi Italia, cosa cambia per il Made in Italy?

E l’Italia? Il Made in Italy è da sempre una delle eccellenze del nostro Paese, rappresentando una fonte di introiti da non sottovalutare. L’export, fiore all’occhiello del tricolore, si è sentito chiaramente minacciato dai dazi USA. Nonostante l’Italia non sia parte del consorzio Airbus, non è ovviamente da sottovalutare il fatto che sia uno dei maggiori esportatori europei verso gli Stati Uniti.

Quali sono i prodotti che maggiormente verranno colpiti? In primis, quelli del settore agroalimentare. Parmigiano, pecorino, provolone e prosciutto, in particolare, sembrano essere il primo bersaglio delle tasse doganali che provengono dagli USA.

Voci insistenti vogliono anche prodotti come il prosecco, ma soprattutto la pasta e l’olio d’oliva nel mirino di Trump. Nel caso in cui venissero tassati, o peggio, venisse imposta su di essi un dazio del 100%, è facile immaginare come l’export italiano possa subire un duro colpo. Tuttavia, per ora sembra che essi siano ancora esenti dalla tassazione americana. Quali sono le strategie da adottare? Di certo, occorre trovare una soluzione per non perdere grossi volumi d’affari per il nostro Paese.

Lista prodotti dazi USA: elenco ufficiale dei beni italiani colpiti da tassa doganale

Questa è la lista ufficiale dei beni italiani che sono stati colpiti da tassa doganale.

  • Liquori e amari;
  • Formaggi di latte vaccino;
  • Formaggi di tipo svizzero, emmental e con conformazioni a buchi;
  • Formaggi a pasta erborinata, tipo gorgonzola;
  • Formaggi tipo groviera;
  • Formaggi cheddar;
  • Formaggi di latte ovino, eccetto quelli da grattugiare;
  • Formaggi tipo romano, reggiano, parmigiano, provoloni e provole;
  • Formaggi freschi, incluse mozzarelle;
  • Yogurt;
  • Burro;
  • Altri derivati del latte;
  • Frutta congelata;
  • Carne di maiale;
  • Prosciutti di maiale;
  • Spalle di maiale;
  • Preparati di carne suina;
  • Salsicce di maiale e prodotti simili;
  • Frattaglie di maiale;
  • Cozze, vongole e molluschi vari;
  • Ciliegie;
  • Pesche, escluse le nettarine;
  • Miscele di frutta o di altre parti commestibili delle piante;
  • Arance, mandarini e clementine;
  • Limoni;
  • Gelatine di ribes o frutti di bosco;
  • Pere;
  • Succhi di pera o di prugna.

 

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