Quanto è importante il contatto visivo in un colloquio di lavoro?

Quanto è importante il contatto visivo in un colloquio di lavoro?

I pareri di esperti in risorse umane riguardo una componente della job interview: ecco perché è fondamentale e dovresti porci la giusta attenzione

 

Il primo incontro con il selezionatore. L’attesa, la tensione, la voglia di dimostrare tutte le proprie qualità. Le componenti psicologiche che entrano in gioco durante un colloquio di lavoro sono molteplici. Molto spesso, queste si intrecciano ad elementi legati al comportamento dal punto di vista fisico tutt’altro che trascurabili. Tra queste, il contatto visivo, reso molto bene dall’espressione anglofona ‘eye contact’, è sicuramente fondamentale.

Lo sguardo, il modo in cui si muovono le palpebre, il continuo scambio di occhiate, possono indirizzare l’esito di un colloquio di lavoro. Molto più di quanto crediamo: è ciò che sostengono esperti in risorse umane intervistati dalla celebre emittente televisiva americana CNBC.

Per il presenter coach Graham Davies, ad esempio, circa nove volte su dieci il contatto visivo è il modo più importante di stabilire un contatto tra l’intervistatore e l’intervistato. Secondo Davies, l’eye contact segna “un confine piuttosto sottile tra il livello di contatto che conduce al successo e quello che invece porta all’insuccesso”.

Ciò suggerisce come sbagliare sia piuttosto facile, e come spesso accade, la mezza misura sia quella migliore. Lo afferma Noah Zandan, CEO di Quantified Communications, che stima nel contatto visivo diretto tra gli uomini un elemento che compare tra il 30% e il 60% delle conversazioni. Secondo Zandan occorre alzare questa percentuale, fino al 70%. Si tratta del grado di contatto visivo ideale per creare un clima di fiducia reciproca, portando la conversazione verso una ideale autenticità. Dunque, sette sguardi su dieci devono essere indirizzati agli occhi dell’intervistatore.

Molto spesso ci si cimenta in consigli per il candidato, al fine di dargli i giusti suggerimenti per indirizzare il proprio sguardo. E lo sguardo dell’intervistatore? Ha la stessa importanza? Sembrerebbe di sì: se aggrotta le sopracciglia, e soprattutto se volge il suo sguardo altrove, potrebbe non essere interessato a quanto il candidato stia dicendo, o peggio essere in parziale o totale disaccordo. Uno sguardo più o meno rilassato, orientato verso lo sguardo del candidato, può determinare quali messaggi sono stati ricevuti positivamente, e quali no.

 

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