Smart Working, cos’è e come funziona: definizione e significato, statistiche in Italia 2019

Smart Working, cos’è e come funziona: definizione e significato, statistiche in Italia 2019

Da alcuni è considerato parte integrante del futuro delle risorse umane. In pochi, tuttavia, comprendono bene il suo esatto significato. Stiamo parlando del cosiddetto smart working, un’espressione entrata ormai nel gergo del settore e diffusasi rapidamente negli ambienti di lavoro.

Cos’è lo smart working? Definizione, traduzione e significato

Intelligenza. Un vocabolo il cui significato è piuttosto versatile, essendo esso speso in diversi contesti situazionali e legato a svariati ambiti. Si tratta di un termine chiave per spiegare in cosa consiste esattamente lo smart working. Sì, perché la traduzione letterale dell’espressione è esattamente ‘lavoro intelligente’, laddove ‘smart’ assume in inglese una connotazione legata a una certa astuzia, a una brillantezza, a una agilità nello sfruttare le situazioni che il contesto offre.

La definizione di smart working, altresì detto ‘lavoro agile’, è stata fornita da numerosi portali, ma disciplinata in maniera ufficiale dal contributo, prezioso in tal senso, fornito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Esattamente, viene associato all’espressione il significato di modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato che presenta la particolarità di non avere vincoli orari o spaziali. In questa fattispecie spicca sicuramente anche un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi precedentemente stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro.

Alla base dello smart working vi è una certa flessibilità organizzativa, vero elemento caratterizzante di questa modalità di lavoro. Le parti che sottoscrivono un accordo, infatti, stabiliscono in tutto e per tutto come il lavoro da remoto sia una parte fondamentale dell’attività del dipendente, tanto da costituirne un elemento di grandissima importanza.

Lo smart working si concretizza in un insieme di pratiche gestionali create per aiutare le aziende e le istituzioni a ripensare il loro approccio all’azienda. Ciò passa attraverso l’incoraggiamento costante a fare uso delle nuove tecnologie e dello sviluppo di quelle esistenti per apportare dei miglioramenti alla vita lavorativa.

Come funziona lo smart working? Alcuni esempi

Un nuovo modo di organizzare il lavoro, un fenomeno che ha come obiettivo unico quello dell’efficienza. In un immaginario grafico, non entrano in gioco solo fattori come il risultato e il tempo, laddove l’efficienza può essere espressa con il concetto di ottenimento del miglior risultato possibile nel minor tempo.

Nello smart working il vero scopo è quello di ottenere un equilibrio tra la vita professionale e la vita privata del dipendente. Alle persone che compongono l’azienda, concepite come vere e proprie risorse, dotate di una personalità, di attitudini e di sfumature per nulla quantificabili in matematica, vengono date autonomia e flessibilità nella gestione del tempo e degli spazi di lavoro. Al dipendente vengono concessi maggiori benefici, in un’ottica di generale responsabilità e indipendenza, nella quale le prestazioni dei singoli e del gruppo vengono valutate attraverso metriche basate su obiettivi SMART.

Quali possono essere alcuni esempi di pratiche di smart working? Senza dubbio il continuo ricorso alla tecnologia da parte delle aziende, che offrono ai propri dipendenti la strumentazione e tutto quanto necessario a svolgere il proprio lavoro lontano dal luogo nel quale questo ha sede normalmente. Inoltre, anche la focalizzazione delle campagne di comunicazione interna, nelle quali trovano posto corsi di formazione.

Efficienza, soddisfazione dei dipendenti, e continua verifica del funzionamento delle tecnologie e di quanto serve per attuare queste politiche sono alla base dello smart working, che necessita il continuo aggiornamento sulle ultime novità in materia.

Smart working in Italia, statistiche 2019

Il lavoro intelligente, come detto, sembra riscuotere un successo sempre più ampio nelle aziende italiane. Tra le statistiche più recenti, quelle snocciolate in un report del Politecnico di Milano, che ha riportato come circa il 90% delle aziende del nostro Paese abbia già adottato, o pensa di adottare in tempi brevi, alcune politiche di lavoro agile.

Decisamente autorevole è l’Osservatorio Smart Working, che incoraggia queste statistiche con numeri piuttosto interessanti: sono infatti 570mila circa gli smart worker in Italia nel 2019, il 20% in più rispetto al 2018. La diffusione dei progetti di smart working è del 58% nelle grandi imprese, del 12% nelle PMI e del 16% nelle PA.

Tuttavia, come in ogni ambito, c’è ancora da migliorare: se nelle grandi organizzazioni i progetti sono per il 49% a regime e coinvolgono mediamente il 48% della popolazione aziendale, solo la metà riescono a inglobare nei propri progetti anche la revisione degli spazi lavorativi.

 

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