Resilienza, ovvero capacità di adattarsi al cambiamento.

Resilienza

Poiché il mondo del lavoro è in continua evoluzione, è fondamentale sapersi adattare e cambiare velocemente le proprie abitudini. A livello professionale questo approccio è oggi più importante rispetto al passato, quando i cambiamenti erano lenti.

Cosa si intende per resilienza: significato e importanza

Il termine resilienza ha origine scientifiche, perché usato in fisica e in ingegneria per indicare tutti quei materiali che hanno la capacità di resistere ad un urto, adattarsi e ritornare alla forma iniziale assorbendo e sfruttando l’energia rilasciata dopo la deformazione. Col tempo questo termine è iniziato ad essere utilizzato anche in psicologia, fino ad estendersi al mondo del lavoro e a diventare una vera e propria soft skill (sempre più richiesta da aziende e recruiter).

Concentrandoci principalmente sul piano professionale, avere capacità di resilienza a lavoro vuol dire essere in grado di adattarsi al cambiamento, non farsi scoraggiare dalle novità e cercare di trarre un insegnamento da tutto (persino dai fallimenti). Anche al professionista perfetto può capitare di commettere errori, ma è a questo punto che è possibile distinguere ed individuare subito chi è destinato a raggiungere il successo e chi, invece, farà un po’ più fatica ad emergere. Essere in grado di reagire alle avversità vuol dire trovare una soluzione anche nei momenti di crisi, saper gestire le emergenze e migliorarsi, partendo dalle critiche e dalle difficoltà per raggiungere vette sempre più alte.

Da questa breve esposizione, dopo aver analizzato il significato di resilienza in ambito lavorativo, è facile capire perché questa capacità si sia fatta sempre più strada diventando una delle soft skill più ricercate da società e agenzie del lavoro. Chi deve assumere, o chi gestisce le Risorse Umane per conto di un’azienda, sa benissimo quanto sia importante cercare qualcuno che abbia fatto della resilienza un vero e proprio stile di vita. Questa qualità, quindi, rientra tra quei requisiti personali e relazionali che, come la capacità di lavoro in team, riescono ad avere un impatto notevole anche sul lavoro.

Se vuoi saperne di più, conoscere i motivi che spingono un’azienda ad assumere chi è in possesso di tale qualità e capire bene che ruolo gioca come soft skill a livello professionale, allora sei capitato nel posto giusto.

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Resilienza, una soft skill sempre più ricercata a lavoro: i motivi

Le soft skill sono diventate fondamentali per definire i profili delle persone che si sono candidate per una specifica posizione lavorativa. Posto che la prima scrematura dei curriculum vitae parte dall’analisi dei titoli e delle competenze necessarie per ricoprire il ruolo, un recruiter o un datore di lavoro deve valutare altro per provare a capire che tipo di persona ha di fronte.

Il mercato del lavoro, purtroppo, è saturo, la domanda ha decisamente superato l’offerta in molti settori e per questo motivo – a parità di condizioni – chi si occupa di selezione delle Risorse Umane tiene conto delle soft skill per procedere con la scelta del candidato migliore. Se, per esempio, sogni di diventare avvocato, è ovvio che devi possedere una laurea in Giurisprudenza. Meno ovvio, invece, è che tu possegga le qualità giuste per riuscire a sopportare lo stress, le scadenze continue e gli imprevisti ricorrenti con cui deve fare i conti chi fa questo mestiere. Da qui, dunque, l’importanza delle soft skill a lavoro.

Con il termine soft skill si fa riferimento a tutte quelle qualità di tipo caratteriale/personale che una persona vanta nel rapportarsi e relazionarsi all’interno di un determinato contesto (sia agendo in autonomia sia nel confrontarsi con gli altri). La resilienza, pertanto, entra a pieno titolo in questa categoria.

I motivi che possono spingere a preferire lavoratori/collaboratori che dimostrino di avere questa qualità sono tanti. Essere sicuri di avere nella propria squadra professionisti in grado di saper reagire alle avversità, di non scoraggiarsi quando si è di fronte ad un’emergenza e di sapersi adattare ad ogni tipo di situazione è ovvio che conferisce una marcia in più all’azienda. La resilienza, dunque, è una sorta di garanzia di buona riuscita, una di quelle caratteristiche che rassicurano i vertici di una società, consapevoli di poter contare suoi propri dipendenti anche quando le cose si complicano.

Sottovalutare queste sfaccettature, di fatto, potrebbe esporre a rischi non indifferenti. Pensa ad un responsabile che si trova fuori per lavoro e che lascia le redini dell’azienda in mano ad un suo sottoposto, cosa potrebbe succedere se questo, di fronte ad una difficoltà, si dimostra incapace di rispondere prontamente alla crisi? Oppure, in un era dove il cambiamento e le nuove tecnologie fanno da padrone al mercato del lavoro, immagina a quante difficoltà andrebbe incontro un’impresa che vuole evolversi ma che deve fare i conti con dei dipendenti incapaci di abbracciare con entusiasmo il cambiamento. È ovvio che menti chiuse e incapaci di adattarsi rischiano di essere dei grossi ostacoli in questi casi. Ed è proprio in tali – possibili – scenari che sono da ricercarsi le cause che spingono sempre più aziende e imprenditori a puntare su soft skill come la resilienza.

Come gestire i cambiamenti: la resilienza a lavoro paga

Vero è che ci sono certe persone che – a livello personale e professionale – sono in grado di reagire meglio ai cambiamenti. Se fai parte di quelli che non riescono ad adattarsi facilmente e che fanno fatica ad accettare una sconfitta, allora devi sapere che è arrivato il momento di cambiare. Un approccio diverso al mondo ti aiuterà non solo nella vita ma anche – e sopratutto – al lavoro. Dimostrarti proattivo e fare della resilienza il tuo motto aiuterà la tua carriera a decollare, perché non ci saranno situazioni che ti spaventeranno o problemi che ti appariranno irrisolvibili. Questo, ovviamente, garantirà dei benefici a te ma anche all’azienda che ti ha assunto, che non potrà non notare quanto il tuo apporto sia fondamentale per far sì che il processo produttivo non si arresti.

Riconoscere i propri sbagli e ripartire da lì

La resilienza, concentrandoci principalmente sul piano professionale, è la capacità di un individuo di riuscire a ripartire e mettersi in gioco anche quando non tutto va per il verso giusto (e questo ormai l’ho ripetuto più volte). Sviluppare questo lato del proprio carattere e far sì che produca i suoi frutti anche al lavoro, però, non è così scontato, non per tutti almeno. Il modo migliore per far sì che le paure non blocchino la tua carriera, allora, è partire dai propri errori e da lì guardare oltre. Gli sbagli commessi o quelli che rischi di fare sono ottimi spunti di riflessione se ci pensi. Il passato è passato, è vero, è non si può tornare indietro per rimediare agli abbagli presi. C’è però un modo per far sì che niente vada perso, perché – questo è bene ricordarlo – si può sempre imparare dai propri errori. Resilienza vuol dire anche questo, non apparire immobile o apatico e reagire alle avversità cercando di trarre il meglio da ogni situazione, persino quella più scomoda.

Pensa all’ultima volta che un tuo errore ti è costato caro a lavoro, oppure concentrati sulle opportunità perse, ma fallo in modo da non rimpiangere il passato. Analizza situazioni come queste per capire quale è stato il passo falso che ti ha messo in cattiva luce o ti ha portato fuori strada, in questo modo in futuro sarà più semplice per te evitare di ripeterlo.

Come reagire alle avversità ed ai cambiamenti

Resilienza, ed anche questo l’ho più volte ribadito, vuol dire anche capacità di reagire alle avversità ed ai cambiamenti. A lavoro, quindi, le novità non ti devono spaventare, al contrario, devi capire che rappresentano sempre delle opportunità (per migliorarsi, imparare, mettersi alla prova, superare i propri limiti etc.). L’azienda cambia gestione? Bene, dovrai dimostrare al nuovo capo di valere. E non focalizzarti sulla fatica che farai per emergere, perché alla nuova direzione potrebbe piacere il tuo approccio e – chissà – potresti anche essere premiato per questo.  L’impresa per cui lavori vuole introdurre nuovi macchinari o sistemi di gestione del lavoro all’avanguardia? Una notizia del genere non deve intimorirti. Innovarsi e fare dei passi avanti in questo senso è sempre una buona cosa, per te (perché allarghi il campo delle tue conoscenze e competenze) e per la realtà all’interno della quale lavori (perché ha voglia di rimanere al passo con i tempi e non farsi abbattere dalla concorrenza).

È vero, i cambiamenti possono non sempre essere del tutto positivi. L’azienda, per esempio, può comunicarti un trasferimento immediato proprio nel momento meno opportuno. Non sono qui a dirti che – anche in questo caso – potrebbe essere un’opportunità, perché mi rendo conto che spesso entrano in gioco fattori che vanno al di là della sfera professionale (famiglia, vita privata, soldi etc.). Quello però che mi sento di dirti, sottolineando quanto la resilienza sia importante sopratutto in questo caso, è di provare comunque a vedere il bicchiere mezzo pieno e di non abbatterti. Se la situazione è già difficile da gestire farsi sopraffare da pensieri negativi non farebbe altro che peggiorare le cose.

Come uscire dalla propria confort zone

Uscire dalla propria confort zone, mettersi in gioco e non tirarsi indietro di fronte alle sfide può darti tante soddisfazioni. Resilienza, in fondo, vuol dire anche rinascita. Cambiare il proprio punto di vista sulle cose, specie in ambito professionale, ti apre ad orizzonti inesplorati, che possono solo arricchire il tuo bagaglio di esperienze e conoscenze e, di conseguenza, renderti un professionista migliore. Se fai tuo questo concetto tutte le strade che inizialmente ti appariranno in salita saranno poi in discesa.

Accettare le sfide e proiettarsi al successo: i vantaggi per il lavoratore e l’azienda

Non avere paura delle nuove sfide vuol dire anche essere proiettati al successo. Resilienza vuol dire non farsi trovare impreparati nemmeno quando le cose potrebbero sfuggire di mano. Se ti mostri così a lavoro diventi una risorsa indispensabile per la tua azienda, il che vuol dire che sarai insostituibile. Non esistono titoli di studio o certificazioni che tengono quando dai prova di essere la persona con lo spirito giusto. A parità di condizioni, quando ci sarà da scegliere, è sempre su di te che il capo farà affidamento. Questo vuol dire anche essere la prima persona a cui pensare di riconoscere una promozione, la figura su cui tutti fanno affidamento, quella a cui far gestire un importante progetto o affare delicato.

La resilienza garantisce vantaggi sia al lavoratore che all’azienda, proietta entrambi al successo e assicura un futuro florido e professionalmente appagante sia ai vertici che ai professionisti che contribuiscono allo sviluppo e alla crescita del business. Lavoratori appagati e capo soddisfatto rendono il clima lavorativo molto più gestibile e piacevole, e questo avrà inevitabilmente ripercussioni positive sul fatturato della stessa impresa. Una volta fatte tutte queste considerazioni, e una volta sviscerato l’argomento, analizzando punto per punto pregi e opportunità, ti sarà più facile capire adesso perché la resilienza è diventata a tutti gli effetti una soft skill sempre più ricercata oggi da imprenditori e recruiter.

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