Protocollo di Kyoto, che cos’è questo trattato e cosa dice

Protocollo di Kyoto, che cos’è questo trattato e cosa dice: i Paesi aderenti all’accordo

Un documento di fondamentale importanza sulla tematica ambientale, che rappresenta un vero punto di riferimento in materia di surriscaldamento globale: ecco perché bisogna conoscerlo

 

Il problema del surriscaldamento globale, dagli anni ’90 in poi, ha acquisito una notevole rilevanza mediatica, che ha comportato, da parte dei singoli Stati, la nascita dell’esigenza di occuparsi in maniera prioritaria della tematica. Di qui, nell’ormai lontano 1997, la decisione di riunire i vertici mondiali per sviluppare il Protocollo di Kyoto, celebre trattato internazionale in materia ambientale. Ma che cosa dice questo accordo, e quali sono i Paesi aderenti?

Che cos’è il Protocollo di Kyoto? La storia di questo accordo

Protocollo di Kyoto, che cos’è questo trattato e cosa diceIl Protocollo di Kyoto, che prende il nome dalla città in Giappone in cui è stato discusso e firmato, è dunque un trattato internazionale, incentrato in maniera precipua sulla tematica del surriscaldamento globale.

L’obiettivo principale dell’accordo a carattere mondiale, stipulato dunque tra diversi Paesi, è quello di affrontare la problematica uniformando i propri comportamenti e sviluppando delle strategie di contenimento degli effetti dei cambiamenti climatici.

Lo strumento, nato con lo scopo di contrastare il fenomeno riducendo l’impatto dell’uomo sul clima, è stato realizzato in maniera totalmente spontanea, tanto che l’adesione al patto era, ed è tuttora, volontaria. Infatti, come vedremo in seguito, non tutti i Paesi vi hanno aderito.

Sebbene la data ufficiale di firma del Protocollo di Kyoto fosse l'11 dicembre 1997, la sua entrata in vigore è avvenuta ben otto anni dopo: era il 16 febbraio 2005 quando la Russia ha comunicato la sua ratifica del patto.

Questo avvenimento è particolarmente rilevante, perché la condizione necessaria perché il trattato diventasse effettivo stabiliva che dovesse essere ratificato da almeno 55 Paesi industrializzati firmatari della Convenzione quadro. Inoltre, la seconda condizione importante, è che la somma delle emissioni dei Paesi aderenti dovesse corrispondere ad almeno il 55% delle emissioni serra globali.

Protocollo di Kyoto, cosa dice? Un riassunto del contenuto del trattato

Il contenuto del Protocollo di Kyoto, come detto, è incentrato quasi unicamente sulla riduzione dell’impatto umano sul surriscaldamento globale. Il trattato stabiliva che i Paesi sottoscrittori, che vengono definiti ‘Parti’, si impegnassero ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto serra.

Questo perché queste sostanze, largamente presenti nella nostra atmosfera (purtroppo), sono climalteranti, ossia provocano dei mutamenti nell’equilibrio climatico terrestre. In particolar modo, i gas serra contribuiscono al surriscaldamento del pianeta, con conseguenze disastrose.

L’impegno assunto dai Paesi firmatari del Protocollo di Kyoto consiste dunque nella riduzione di queste sostanze, in misura variabile di Stato in Stato. La quota da abbattere, infatti, è in termini percentuali diversa per ogni Paese, poiché basata sui propri livelli di emissione del 1990. Per monitorare tutto ciò in maniera efficace, le Parti hanno realizzato un sistema nazionale di monitoraggio delle emissioni ed assorbimenti di gas ad effetto serra. 

Cosa comporta, dunque, il Protocollo di Kyoto? L’accordo prevede che ogni Stato, in maniera differente, adotti delle leggi, produca delle norme, emani dei regolamenti, atti a diminuire le emissioni di quegli elementi gassosi che comportano l’alterazione climatica.

Trattato di Kyoto, Paesi aderenti: ecco quali sono

Sono diversi i Paesi aderenti al Protocollo di Kyoto, da Occidente ad Oriente. Abbiamo già parlato dell’impegno che ha assunto la Russia nel 2004, lo stesso anno in cui anche il Canada ha aderito al programma stilato in terra giapponese. Menzioniamo il Canada, perché questo Paese, nel 2011, è diventato anche il primo ad uscire dal trattato. Ciò è stato possibile proprio perché, come detto in precedenza, si tratta di un accordo la cui adesione è volontaria. Allo stato attuale, sono 192 i Paesi che hanno aderito al Protocollo di Kyoto; tra questi, c’è anche un’organizzazione.

Accordo di Kyoto, alcuni casi particolari riguardanti gli Stati aderenti

Le entità statali che invece non hanno applicato questo trattato sono 22. Casi particolari, oltre a quello del Canada, riguardano gli Stati Uniti, che hanno firmato il Protocollo ma non l’hanno ratificato, ma anche le ‘dipendenze’, ossia dei territori appartenenti a uno Stato, ma che hanno una giurisdizione particolare, come Groenlandia, Guadalupa, Guyana francese, Hong Kong, Martinica e Reunion, che hanno firmato e ratificato il patto.

 

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