Stipendi in Italia, perché sono così bassi rispetto al costo della vita

Stipendi in Italia

L'attuale dibattito in Italia sul salario minimo si è intensificato dopo il recente rifiuto del governo alle proposte dell'opposizione per stabilire uno stipendio di 9 euro lordi all'ora. Questa discussione mette in luce le sfide economiche che l'Italia affronta, in particolare quando si confrontano i salari con quelli di altre nazioni europee come Francia e Germania.

Un report dell'OCSE del 2022 ha rivelato una diminuzione del 7% nei salari reali in Italia rispetto al periodo pre-pandemico. I salari reali, che considerano la retribuzione media oraria in relazione al costo della vita, hanno continuato a scendere nel primo trimestre del 2023, anche se questa tendenza si è leggermente ridotta con il rallentamento dell'inflazione. Previsioni ottimistiche indicano un aumento previsto dei salari reali del 3,7% nel 2023 e del 3,5% nel 2024, mentre l'inflazione dovrebbe stabilizzarsi al 3% nel 2024.

I dati Eurostat del 2021 forniscono una panoramica chiara del divario salariale in Italia rispetto ad altri paesi europei. Nel 2018, la retribuzione oraria mediana in Italia era di 12,6 euro lordi, inferiore rispetto ai 19,6 euro del Lussemburgo, ai 17,2 euro della Germania e ai 15,3 euro della Francia, ma superiore ai 10 euro della Spagna. Questa situazione, aggravata secondo i dati dell'OCSE, ha riacceso il dibattito sul salario minimo.

A luglio 2023, 22 dei 27 Stati membri dell'UE avevano un salario minimo nazionale. I paesi senza un salario minimo nazionale includono la Danimarca, Italia, Austria, Finlandia e Svezia. I salari minimi mensili variano notevolmente tra gli Stati membri, con 399 euro in Bulgaria e 2.508 euro in Lussemburgo.

Eurostat classifica gli Stati membri dell'UE in tre gruppi in base al livello del loro salario minimo mensile lordo nazionale:

  1. Salari superiori a 1.500 euro al mese: Lussemburgo, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda e Francia.
  2. Salari tra 1.000 e 1.500 euro al mese: Spagna e Slovenia.
  3. Salari inferiori a 1.000 euro al mese: Cipro, Grecia, Portogallo, Lituania, Malta, Polonia, Cechia, Estonia, Slovacchia, Croazia, Ungheria, Lettonia, Romania e Bulgaria.

Nonostante gli esempi di altri paesi europei, il governo italiano sembra seguire una strada diversa rispetto all'introduzione di un salario minimo orario. Questa scelta ha suscitato dibattiti e confronti, evidenziando la necessità di considerare riforme salariali per allinearsi meglio agli standard europei e per affrontare il problema dei bassi salari in un periodo di crescente inflazione.

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