Stipendi in Italia, a quanto dovrebbero ammontare secondo l’inflazione corrente?

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In un contesto di inflazione crescente in Italia, si osserva un disallineamento tra l'incremento dei prezzi al consumo e l'adeguamento degli stipendi, secondo un articolo di Quifinanza.it. Nonostante una lieve crescita salariale segnalata dall'Istat, con un aumento medio della retribuzione oraria del 2,6% rispetto all'anno precedente e delle retribuzioni contrattuali orarie del 3,0% su base annua, questi incrementi restano inferiori al tasso di inflazione, che a settembre 2023 ha raggiunto il 5,3% annuo.

Settori come i vigili del fuoco e il metalmeccanico hanno sperimentato aumenti più significativi, rispettivamente del 11,3% e del 6,2%. Invece, altri settori come le farmacie private e gli alberghi non hanno avuto alcun incremento. La disparità è più marcata per i lavoratori a basso reddito, che hanno minor capacità di assorbire l'aumento dei costi.

Per preservare il potere d'acquisto, gli aumenti salariali dovrebbero almeno eguagliare l'inflazione, quindi gli stipendi dovrebbero crescere oltre il 5,4% per mantenere il passo con il caro vita. La politica fiscale del governo Meloni ha tentato di alleviare la situazione, ma non tutti i lavoratori hanno beneficiato di aumenti congrui.

In sintesi, per mantenere la competitività e adeguarsi all'aumento del costo della vita, gli stipendi in Italia dovrebbero crescere in maniera più significativa e al di sopra del tasso di inflazione, che a settembre 2023 si attestava al 5,3%.

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