Finanza, lo spettro della shrinkflation: cos’è e come difendersi

shrinkflation

È uno dei fenomeni che gli esperti hanno prospettato per i prossimi anni, e uno spettro da cui la nostra economia deve necessariamente difendersi.

Si tratta della shrinkflation, termine inglese che indica la nuova strategia proposta da colossi alimentari e non solo per evitare di perdere volumi di vendita.

In economia, viene definita shrinkflation il processo in cui gli articoli si riducono in termini di dimensioni o quantità, o talvolta riformulano o riducono la qualità, mentre i loro prezzi rimangono gli stessi o aumentare.

"La shrinkflation è un modo per mascherare l'inflazione, e lo vediamo comunemente con cibo e bevande, o prodotti usa e getta come sacchi della spazzatura, cose con un sacco di fatturato", ha affermato Chris Motola, analista finanziario statunitense.

Ma non stiamo certo parlando di una novità. Questo fenomeno, infatti, è uno strumento che la maggior parte delle aziende utilizza ripetutamente senza incorrere in sanzioni. Alcuni acquirenti potrebbero rimproverar loro un cambiamento, ma se un'azienda etichetta il proprio prodotto in modo chiaro e accurato, la shrinkflation è perfettamente legale.

Alcuni grandi produttori adottano dunque tale pratica per non alzare i prezzi di cibo, bevande o altro, aumentando la loro fetta di guadagno. Ma come fare a difendersi da questa tipologia di inflazione? La regola d'oro è quella di fare massima attenzione a ciò che si compra mentre si fa la spesa, valutare il prezzo al chilo o al litro dei prodotti che si acquistano abitualmente e fare confronti tra le varie marche.

Consumerismo No profit ha già presentato un esposto all’Antitrust. L'associazione dei consumatori, che da un anno denuncia la presenza di una “inflazione occulta” in Italia a danno delle famiglie.

“Si tratta di un trucchetto svuota carrelli che consente enormi guadagni alle aziende produttrici ma di fatto svuota le tasche dei cittadini: una prassi che inganna i consumatori, i quali non hanno la percezione di subire un aggravio di spesa, e svuota i carrelli anche del -30%, poiché a parità di spesa le quantità portate a casa sono inferiori - spiega il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele - La riduzione delle quantità di prodotto nelle confezioni riguarda non solo il comparto alimentare, come merendine, succhi di frutta, biscotti, ecc., ma una moltitudine di beni per la cura della casa e l’igiene personale, dai detersivi ai dentifrici, passando per carta igienica e shampoo Prodotti per i quali i prezzi di vendita rimangono inalterati nonostante le dosi e i pesi inseriti nelle confezioni subiscano una costante diminuzione”.

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