Contributo a fondo perduto Decreto Ristori: come funziona, a chi spetta

Contributi fondo perduto DL Ristori

Il nuovo contributo a fondo perduto per i settori limitati dal DPCM del 24 ottobre, meglio conosciuto come Decreto Ristori, stabilisce che non potrà essere fatta nessuna richiesta per chi lo ho già fruito per il DL Rilancio, in quanto l’Agenzia delle Entrate attribuisce in automatico l'importo il 15 novembre 2020.

Dunque, come funziona il contributo a fondo perduto previsto dal primo DL Ristori? Ecco a chi spetta.

Contributo a fondo perduto Decreto Ristori, come funziona

L’articolo 1 del decreto 137/2020 “Decreto Ristori” ha previsto un particolare contributo a fondo perduto per i titolari di partita IVA attiva al 25 ottobre e che dichiarino di svolgere quale attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO di cui all’articolo 1 dello stesso decreto. Saranno ulteriori decreti (come il Ristori Bis, di cui parleremo in seguito) ad individuare altri settori che possano godere in seguito del contributo.

Detto contributo spetta ove l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2020 è inferiore di 2/3 a quello di aprile 2019. Spetta in ogni caso a coloro che hanno codice ATECO di cui all’articolo 1, ma che hanno attivato la partita IVA solo dal 1° gennaio 2019.

Coloro che abbiano beneficiato del contributo a fondo perduto di cui all’articolo 25 del cosiddetto decreto Rilancio (d.l. 34/2020) riceveranno in automatico il contributo dall’Agenzia delle Entrate con accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo. Tale erogazione è prevista entro il 15 novembre.

Decreto Ristori, a chi spetta il contributo a fondo perduto: chi ne ha diritto

Possono beneficiare del contributo a fondo perduto previsto dal primo decreto Ristori anche i soggetti che non hanno usufruito dei precedenti contributi. In tal caso il contributo sarà riconosciuto previa istanza mediante utilizzo della procedura web prevista dal cosiddetto decreto Rilancio.

Il contributo è differenziato in funzione del settore di attività dell’esercizio, individuato in base ai codici ATECO e varierà dal 100% al 400% di quanto previsto dal decreto Rilancio.

A titolo di esempio potranno ricevere il 100% di quanto preso con il cosiddetto d.l. Rilancio, cioè lo stesso importo, tassisti e noleggiatori; il 150%, bar, gelaterie, pasticcerie, alberghi e case vacanze; il 200% i sarà previsto per ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine e altri impianti sportivi, sale da gioco, centri benessere e termali; il 400% per discoteche e sale da ballo.

Per aziende con fatturato maggiore di 5 milioni di euro il contributo viene calcolato nella misura del 10% del calo di fatturato registrato. L’importo del contributo in ogni caso non potrà essere superiore a 150.000,00 euro; tale limite si applica per unità produttiva.

Dott. Michele Regina

 

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