Marte

Un razzo porterà i campioni di Marte sulla Terra: il project manager si racconta

“Gli ingegneri si chiedono ‘come?’, mentre gli scienziati si domandano ‘perché?’”. In questo momento, circa 293 milioni di chilometri separano la Terra da Marte.

Ma l'innovativo hardware di volo sviluppato presso il Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville, in Alabama (USA), potrebbe presto accorciare (e di molto) le distanze.

È l’obiettivo della campagna Mars Sample Return, un'impresa storica che, per la prima volta, recupererà e consegnerà campioni del pianeta Marte per uno studio intensivo nei laboratori sulla Terra. Una partnership strategica tra NASA ed ESA (Agenzia spaziale europea), quella che porterà Mars Sample Return ad avvicinarci anche alle missioni di esplorazione umana sul Pianeta Rosso.

Il portale “Phys”, rivista scientifica americana, ha intervistato Angie Jackman, il project manager che guida il team che vuole portare Marte sulla Terra. Più di 35 anni alla guida di alcuni dei più avanzati progetti di propulsione e ingegneria dell'agenzia, programmi di sviluppo di veicoli di lancio all'avanguardia e complesse missioni spaziali, vuole portare il Mars Ascent Vehicle a svolgere un ruolo chiave in questa grande operazione. L’Ascent Vehicle è destinato a essere il primo razzo mai lanciato dalla superficie di un altro pianeta.

“Chiedi a qualsiasi ingegnere del team e ti diranno che la scienza li affascina. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che quell’imperativo, ‘perché?’, guida tutti noi nel profondo. È l'orgoglio di aiutare a far progredire la nostra conoscenza collettiva, aumentare la nostra capacità di navigare in sicurezza nel nostro mondo e comprendere meglio il nostro posto nel cosmo", le parole di Jackman.

“Insieme stiamo lavorando per trasformare il Mars Ascent Vehicle da un concetto da tavolo da disegno a un progetto eseguibile”, la promessa del project manager della missione, “e per ora siamo già passati attraverso esaurienti iterazioni di progettazione per ridurre la massa del veicolo, garantire la capacità di lancio automatizzato e raggiungere accuratamente l'orbita necessaria per incontrarci con l'Earth Return Orbiter e trasferire i campioni per il volo di ritorno sulla Terra". Le distanze non sono mai sembrate così sottili.

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