Certificazione PMP, domande esame: come vengono sviluppate? Risponde il PMI

Certificazione PMP, domande esame: come vengono sviluppate? Risponde il PMI

La certificazione PMP è senza dubbio la più importante tra le credenziali rilasciate dal PMI, il massimo organismo a livello internazionale in materia di gestione di progetto.

Per ottenere questo riconoscimento, occorre superare un esame, le cui domande vengono sviluppate direttamente dal Project Management Institute. Ma in che modo sono realizzati i quesiti a cui i candidati alla certificazione PMP devono rispondere?

 

Domande esame certificazione PMP, ecco come vengono realizzate

Un’interessante intervista realizzata dal portale ufficiale PMI riporta le dichiarazioni di due professionisti del settore: Michael DePrisco, vicepresidente del PMI, e Sierra Hampton-Simmons, Director & Portfolio Leader dello stesso organismo. DePrisco e Hampton-Simmons hanno raccontato i processi dietro la realizzazione delle domande da sottoporre ai candidati al conseguimento della certificazione PMP.

Quanto emerge dalle loro dichiarazioni, delinea un quadro in cui la difficoltà dei quesiti debba essere bilanciata al grado di conoscenza necessario per rispondervi in maniera corretta. Come afferma DePrisco, ciò viene garantito dal fatto che “uno dei motivi per cui le certificazioni PMI sono il gold standard nel settore risiede nel fatto che siano il frutto di ricerche approfondite sui punti deboli che le organizzazioni sperimentano e sulle esigenze che hanno in fatto di competenze e capacità specifiche”. Gli fa eco Hampton-Simmons, che pone l’accento sulla progettazione dei quesiti “in base a studi cognitivi che identificano i compiti più critici che le persone svolgono nei loro ruoli di project manager”.

Certificazione PMP, uno strumento indispensabile per fare carriera

Le domande, prosegue la stessa professionista del project management, vengono “progettate da project manager, scritte da project manager, per i project manager. Per l’esame PMP, nello specifico, abbiamo circa 400 persone da circa 60 Paesi che sono coinvolte nella scrittura delle domande, realizzate mediante un brainstorming, esaminando ogni quesito con esperti in materia. Una domanda viene ‘rilasciata’ solo quando c’è il consenso degli esperti dei vari settori.

Per quanto riguarda la sicurezza dei quesiti, e il loro turnover, Hampton-Simmons afferma come “i progetti di test vengono rivisti ogni tre o cinque anni, per assicurarci di essere aggiornati con i cambiamenti del mercato che potrebbero influenzare il modo in cui i project manager svolgono il loro lavoro; le singole domande, invece, vengono riviste e aggiornate su base continuativa, almeno quattro volte all'anno”.

Una credibilità, quella del PMI, costruita negli anni, di cui l’Institute va fiero, come affermano in coro DePrisco ed Hampton-Simmons: “L’esame è cambiato molto nel corso degli anni, il tempo per rispondere alle domande è ridotto, il contenuto si sta evolvendo per includere più metodologie, comprese metodologie predittive, agili e ibride. Le certificazioni sono sempre state importanti: le lauree non sono sufficienti e le persone devono trovare modi per differenziarsi durante l'intera carriera. Una certificazione è un ottimo modo per farlo”.

 

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