Email transazionali, cosa sono? Ecco come aumentare le vendite

Email transazionali, cosa sono? Ecco come aumentare le vendite

Hanno tassi di apertura e fruizione altissimi: quindi perché non ottimizzarle per promuovere, fare upselling e cross-selling? Ecco esempi pratici di email marketing transazionale.  

 

Per comodità le chiamiamo ancora email transazionali, rimarcandone il carattere logistico, burocratico. Ma con la maturazione di tecniche e strategie di Email Marketing, le cose sono cambiate, e le email transazionali sono ormai lontane dall’essere semplici, spoglie notifiche di un’azione dell’utente.

Oggi sono strumenti di marketing a tutti gli effetti. Ecco alcuni suggerimenti e spunti pratici per convertire le email transazionali in opportunità di business.

 

Cos’è un’email transazionale

Come suggerisce il nome stesso, le email transazionali sono legate a una transazione. Esempi sono le email inviateci da Amazon in seguito a un acquisto, per confermarci l’ordine andato a buon fine, la spedizione del prodotto e la sua consegna. Le email transazionali si piegano a ogni utilizzo, notificando l’acquisto di un biglietto, di un servizio, l’attivazione di una prova gratuita, fino alla più classica iscrizione alla newsletter.

Un aspetto delle email transazionali è stato trascurato troppo a lungo: la capacità di far registrare risultati e performance nettamente superiori alle altre tipologie di email, quelle promozionali in primis.

Vediamo cosa è emerso dal nostro ultimo Osservatorio Statistico:

Email transazionali, cosa sono? Ecco come aumentare le vendite

Le email transazionali hanno elevatissimi tassi di apertura e, di conseguenza, maggiori tassi di interazione rispetto alle email promozionali (le DEM) e alle newsletter.

 

Email Transazionali e Promozionali

Il motivo di queste brillanti performance è intuibile: le transazionali sono il risultato di un comportamento dell’utente; in altre parole, il loro invio è innescato da un’azione del cliente o potenziale tale che, di conseguenza, ha tutto l’interesse ad aprire, leggere la comunicazione ed eventualmente interagirci tramite link e call to action.

Impensabile quindi per i brand non approfittare di questo potenziale per rilanciare la relazione commerciale. Si tratta di cambiare la prospettiva con cui vediamo questa categoria di invii: l’email transazionale non è la comunicazione con cui si chiude un ciclo di relazione (“grazie per aver acquistato, il tuo ordine è in viaggio”), ma il luogo dove estenderla, darle nuovo impulso.

Vediamo allora alcuni modi di utilizzare le email transazionali per promuovere un contenuto, fare upselling o cross-selling.

 

L’email di conferma ordine

Il mondo dell’e-commerce è, per forza di cose, il settore che fa un uso più massiccio delle email transazionali. Ogni azione del destinatario viene infatti notificata da un’email. Di conseguenza i più articolati piani di invio di email transazionali appartengono agli store online.

 

L’email di conferma spedizione

Molti e-commerce prevedono l’invio di un’email transazionale anche per notificare l’avvenuta spedizione del prodotto. Per i marketer l’occasione è simile o identica a quella vista per le email di conferma ordine. In questo caso a fare la differenza saranno i dettagli, i brand che sapranno declinare al tema l’obiettivo di upselling o cross-selling.

 

I reminder di scadenza account

Lo fa Netflix, ma solo parzialmente. Il gigante americano, per curare la relazione con l’utente che ha attivato la prova di 30 giorni, si affida alle drip campaign per accompagnare il destinatario all’acquisto.

 

Le email testuali di customer care

Il customer care è un altro momento di contatto “transazionale” da sfruttare. Si tratta di un insieme di invii che non si appoggiano a una veste grafica, un layout. Sono email interamente testuali, ma che presentano un buon margine di manovra per rilanciare l’offerta.

 

L’email di conferma iscrizione

Si tratta della primissima interazione tra brand e destinatario: l’email di conferma iscrizione. Tutti sappiamo di cosa si tratta: è quell’email con cui, noi utenti, confermiamo la volontà di iscriverci a una newsletter. Il punto è che ancora molti brand si servono di email di conferma iscrizione preconfezionate, essenziali per non dire spoglie. L’email di conferma iscrizione può essere invece l’occasione per avanzare subito un vantaggio, un’occasione o un’offerta.

 

La welcome email

È l’email che sancisce l’inizio della relazione, e che per il brand rappresenta il vero e proprio biglietto da visita: contribuisce a formare l’idea, l’aspettativa dei futuri invii di quell’azienda. Di conseguenza, più positivo sarà l’impatto della welcome email (sia dal punto di vista grafico sia da quello dei contenuti), maggiore sarà la reattività ai seguenti invii.

 

 

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