La Riforma Bancaria: Basilea 3 e 4

La Riforma Bancaria: Basilea 3 e 4

Le banche cooperative (BCC e Banche popolari) devono adeguare i loro statuti trasformando i loro requisiti mutualistici. Da qui la trasformazione di grandi gruppi cooperativi di natura “popolare” e le Banche di Credito Cooperativo.

 

"Basilea 3" che è un ar­ticolato insieme di provvedimenti di riforma, predi­sposto dal Comi­tato di Basilea per la vigilanza ban­caria al fine di rafforzare la rego­lamentazione, la vigilanza e la ge­stione del rischio del settore ban­cario. Il susseguirsi dei lavori di Basilea passando dalla prima versione a Basilea2 poi a Baslea3, fino ad arrivare alla 4 con l’intersecarsi alla nuova legge bancaria che disciplina i gruppi bancari. Tali provvedimenti mirano a migliorare la capacità del settore di assorbire shock derivanti da ten­sioni economiche e finanziarie in­dipendentemente dalla loro origine. Devono inoltre migliorare la gestione del rischio e di governance, rafforzare la traspa­renza e l'informativa delle banche.

L'insuccesso di Basilea 3, bypas­sata dall'eurosistema e non solo, fa parlare di Basilea 4. Le banche cooperative assieme alla regolamentazione dei gruppi bancari hanno un duplice problema: adeguarsi alle nuove norme bancarie e adeguarsi alle direttive di Basilea4. La prima riforma ver­te sulla regolamentazione a livello di singole banche, e concorrerà a rafforzare la loro resistenza nelle fasi di stress, nonché sulla ampli­ficazione pro-ciclica di tali rischi nel tempo a livello macro-pruden­ziale di sistema. La tendenza all’abbassamento dei tassi ha fatto cambiare il core busi­ness della banca. Le banche ten­dono a far pagare le riserve indotte da Basilea con l'applicazione delle spese e commissioni per servizi e pareggiare i costi del personale con i ricavi da tali servizi. Inoltre, con le nuove norme, si è introdotto il concetto di "perdite attese".

Quindi alla gestione del rischio si abbinano le nuove regolamentazioni di solidità patrimoniale imposta (parametri oggettivi e misurabili) e non derivata quali la stima del rischio di credito enunciata come EWS (Early Warning system).

Lo sconfinamento diventa, quindi, una perdita attesa ed il suo 30% va ac­cantonato a riserva. Ne consegue una minore possibilità di erogazio­ne del credito. Questo provvedi­mento rischia di portare la banca a una perdita tecnica e non gestionale, con la conseguenza di una nuova minore disponibilità all'ero­gazione creditizia, secondo Basilea4, ma occorre aggiungere anche il controllo dei parametri bancari di gruppo. Gli elementi negativi impongono alla banca di fare riserva, persino i crediti andati in bonus e i crediti sotto osserva­zione sono soggetti nuovamente a riserva ancorché se forfettaria.

La quasi totalità delle BCC, si sono riunite in gruppo con ICCREA BANCA non tramite una trasformazione per poi fondersi per rispettare i parametri della nuova legge bancaria, ma hanno stipulato un “CONTRATTO DI COESIONE” che lega la singola BCC alle consorelle ed al gruppo, sino alla possibilità di revoca degli amministratori da parte di ICCREA. Da qui la perdita di autonomia e forse anche del vincolo di mutualità, tipiche delle cooperative e quindi anche delle Banche di Credito Cooperativo.

Le ban­che probabilmente perseguiranno un mix di strategie per affrontare queste carenze, tra cui la contra­zione di utili futuri. In realtà l'ac­cordo di Basilea 2 entrato in vigore solo nel 2008, dopo una lunga fase di gestazione, prevedeva il vincolo di non discostarsi troppo dalle re­gole precedenti almeno per i primi anni. Per le nostre logiche banca­rie, Basilea è stato un fallimento. La storia industriale e finanziaria italiana non è come quella degli Stati Uniti, epicentro dello tsunami finanziario. Gli USA non solo sono stati recalcitranti ad accettare le nuove norme, ma ne prevedevano l'applicazione a partire dal 2009 e solo per una parte limitata del si­stema bancario, preferendo man­tenere le regole nazionali, meno so­fisticate e meno risk-sensitive. Northern Rock, Bear Stearns e Lehman Brothers, per citare solo tre vittime eccellenti della crisi finanziaria, non applicavano Basilea 2. Rite­nere responsabile una normativa entrata in vigore all'epoca da pochi mesi o addirittura non ancora ap­plicata, sembra effettivamente ec­cessivo. Basilea 2, 3 e 4 non c'en­trano nulla... o quasi. Se, da un la­to, non è corretto attribuire alle re­gole di Basilea la responsabilità della crisi, va però detto che il Co­mitato di Basilea non l'ha varata in tempo utile per prevenirla.

Le banche cooperative, abituate ad un regime locale e “familiar-politico” perdono la loro essenza diventano Banche controllate anche se non di partecipazione ma con un forte vincolo con il gruppo. Gruppo che non è tale, e si devono gestire le regole di Basilea. Il salto qualitativo è molto alto, ma gli sforzi di adeguamento al “Contratto di Coesione” genereranno una gestione in più che graverà sulla redditività della singola BCC.

Dott. Giancarlo Rosini
(Docente del Master Giuristi d’Impresa)

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