Sicurezza ambiente: l’intervista all’ingegner Marco Carelli

Sicurezza ambiente: l’intervista all’ingegner Marco Carelli

L’importanza di frequentare un Master in Alma Laboris per conoscere tutto quanto riguarda i rischi presenti negli ambienti lavorativi, pregi e difetti del Testo Unico, l’importanza della formazione: la voce dell’esperto.

Sicurezza nell’ambiente di lavoro. Un tema sul quale, molto spesso, datori di lavoro e lavoratori conoscono troppo poco. Le ragioni potrebbero essere molteplici: mancanza di una formazione adeguata, normativa in vigore non al passo coi tempi, sottovalutazione di alcune componenti fondamentali nella tutela della salute psicofisica di tutti coloro i quali lavorano in azienda. Alma Informa, la Unit Giornalistica della Business School Alma Laboris, ha intervistato l’ingegner Marco Carelli. Da oltre un decennio consulente in merito agli aspetti pertinenti la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, è attualmente HSE Manager presso la TeA Consulting.

Sicurezza ambiente: rischi presenti sul posto di lavoro

Quali sono ad oggi i maggiori rischi che un ambiente di lavoro presenta per la sicurezza dei lavoratori?

Per quanto riguarda la mia esperienza, la risposta è da tarare in base all’azienda che si va ad indagare, o con cui si lavora. Se dovessi esprimermi in due casistiche per quanto riguarda i rischi maggiori che trovo nelle aziende, per il comparto del terziario, dunque negli uffici, sicuramente denoto molte problematiche dal punto di vista dello stress lavoro-correlato, se non altro perché la materia è poco definita, poco precisa, e soprattutto si mischia con ambiti personali. Dunque, è sempre di estrema difficoltà capire qual è la percentuale di stress addebitabile prettamente al lavoro. Per quanto riguarda i contesti più produttivi, trovo spesso una problematica per quanto riguarda la tematica degli spazi confinati, dunque per le azioni che devono avvenire in spazi estremamente pericolosi per la salute e la sicurezza del lavoratore. Attualmente, poco tempo fa c’è stato anche un caso nel Pavese, dove tre agricoltori morirono in una vasca di liquami. Ciò accade perché il tipo di tematica non è esattamente percepibile nella sua pericolosità, e pertanto denota un rischio molto elevato.

 

Quali sono i rischi ai quali, generalmente, le imprese pongono minor attenzione?

Premesso che tante volte forse è l’approccio ad essere sbagliato, nel senso che spesso si pensa che nel nostro ruolo si facciano molti documenti e poca sostanza, le aziende sono poco sensibili ad indagare a fondo alcuni rischi molto particolari che possono esserci nella propria attività. Tra questi, quello già citato degli spazi confinanti, nel senso che tutte le aziende tendono a non classificare come tali tanti luoghi di lavoro per non avere tutti gli adempimenti che ne derivano per una corretta gestione. Si fa un po’ di fatica ad inculcare questo concetto, o comunque a classificare in modo corretto le varie aree pericolose. Un’altra tematica trasversale su cui magari c’è poca attenzione è il rischio elettrico: in tutte le aziende, sia produttive, che magari con meno rischi, come il settore del terziario, hanno comunque a che fare con apparecchiature elettriche, o in tensione, e pertanto quel tipo di impianti e componenti vanno revisionati, controllati, o comunque manutenuti nel modo corretto. Anche a me personalmente è capitato, con conoscenti, di avere problematiche comuni, come la classica presa che brucia, piuttosto che l’elettrodomestico che ha problematiche particolari. È dunque un rischio da non sottovalutare, e vedo che tante volte si dà per scontato, che il carico di tensione a una presa, attaccando parecchie attrezzature, regga correttamente; la presa, invece, va ovviamente manutenuta, controllata, e non è detto che poi se ne faccia un utilizzo corretto.

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Sicurezza ambiente di lavoro, normativa in vigore: tutto sul Tusl

Crede che il TUSL sia ancora adeguato agli attuali rischi presenti sugli ambienti di lavoro? Dove si potrebbero apportare degli eventuali miglioramenti?

Il lavoro che si è fatto col decreto legislativo 81 del 2008 è stato molto importante e ha avuto il grande vantaggio di aver creato un punto di sintesi su tutta la normativa esistente dal punto di vista della sicurezza sul lavoro. Un grande merito è stato appunto quello di uniformare la classe dei lavoratori che era soggetta a tutela: una volta si parlava dei dipendenti, qui invece il focus è stato centrato sul concetto di lavoratore. Come dice l’articolo 2, si parla di lavoratore di qualsiasi estrazione, tipologia contrattuale (anche persone che prestano lavoro occasionale, anche non retribuito). Certo, ha anche qualche difetto: ci sono dei rischi che si sviluppano nel tempo, che non sono indagati a fondo nel TUSL. Inoltre, la figura cardine della tutela dei lavoratori, ovvero il datore di lavoro, è l’unica figura nel Testo Unico, per cui non è prevista formazione, di qualsiasi durata, o contenuto. Dunque, la persona che dovrebbe tutelare tutti gli altri ha pochissimi rudimenti in merito. Questo dà grande idea del lavoro che ci sarebbe ancora da fare.

Formazione sicurezza sul lavoro: quanto e perché è così importante

Quanto conta avere una formazione di elevata caratura nell’ambito della sicurezza negli ambienti di lavoro, in particolar modo nell’indottrinamento delle nozioni ai dipendenti?

Avere una formazione in questo ambito è molto importante. Ho fatto tantissimi corsi, tutti molto interessanti: ogni lavoratore porta con sé anche un contributo durante il proprio percorso di formazione, oltre che esempi personali molto utili. La formazione dei lavoratori va aggiornata ogni cinque anni. Scherzando, ho calcolato coi lavoratori il tempo in cui il lavoratore si lava i denti in cinque anni, e il tempo in cui egli sostiene un corso di formazione negli stessi anni. Il tempo in cui segue corsi è decisamente inferiore rispetto a quello in cui si lava i denti. Dunque, o ci si lava i denti troppo spesso, oppure si seguono pochi corsi di formazione! Sono momenti molto importanti, anche per condividere dei concetti. Di solito per capire le problematiche bisogna condividerle e capire che è da innalzare la cultura della sicurezza. È un passo fondamentale: io spingo molto da questo punto di vista, anche per i corsi non obbligatori, inculcando i concetti in modo diverso, magari con riunioni creative. Anche la tecnologia aiuta molto: condividere informazioni tramite Whatsapp può essere utile in tal senso.

Sicurezza ambiente: i vantaggi di frequentare un Master

Quali sono i vantaggi che un Master può portare alla formazione e alla carriera dei consulenti in questo ambito? Quali, invece, quelli per chi ricopre dei ruoli aziendali? 

Il Master che ho frequentato presso la Business School Alma Laboris è stato molto interessante. L’ho affrontato ‘a consuntivo’, avendo già una mia precedente esperienza lavorativa. Il percorso ha avuto, secondo me, grandi meriti, perché mi ha dato la possibilità di un confronto con docenti molto esperti nelle varie tematiche affrontate. Dopo il Master ho immediatamente avuto un grande riscontro da parte dei partner, dei clienti, dei consulenti, delle persone con cui mi relaziono durante la mia attività quotidiana, nel senso che comunque dà molto credito e costituisce un titolo molto importante da spendere nel mercato del lavoro. Mi ha fatto molto piacere vedere che per le persone che si approcciavano a questo settore ha fornito opportunità lavorative concrete: una volta acquisito il Master, i miei amici e colleghi che hanno fatto il mio stesso percorso, hanno trovato lavoro, o lo hanno cambiato, o comunque hanno migliorato la loro posizione lavorativa. Dunque, un titolo autorevole, che dà molte possibilità di inserimento nel mondo del mercato.

 

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