Sostenibilità ambientale: l’intervista a Simone Riccardi, co-founder di EcoBnb

Sostenibilità ambientale: l’intervista a Simone Riccardi, co-founder di EcoBnb

A cura della unit giornalistica di Alma Informa, il blog della Business School

Abbiamo mai pensato a quanti litri d’acqua consumiamo trascorrendo una notte in un bed and breakfast? Possiamo risparmiarne circa trecentodue. Siamo a conoscenza del fatto che tutto ciò che facciamo, durante un soggiorno, comporta l’emissione di otto chili di CO2 al giorno? Esiste un modo per evitare ciò. Abbiamo ben chiara l’idea che una vacanza potrebbe costare duecentonovantacinque alberi al nostro pianeta? C’è la possibilità di salvarli tutti. Con alloggi ecosostenibili, a favore di un’economia circolare, e che rispettino l’ambiente.

La filosofia di EcoBnb, un progetto rivoluzionario in tal senso, è quella di prendersi cura della Terra nei momenti in cui le persone, di solito, pongono meno attenzione alle azioni che compiono. Ad esempio, nel corso di un soggiorno fuori casa, dove l’inevitabile rilassamento insito in una vacanza, o comunque una situazione nella quale non si è a casa propria, comporta molto spesso scarsa considerazione del rispetto dell’ambiente.

Ma di cosa si tratta? EcoBnb è un portale pensato per offrire un alloggio ecosostenibile a persone che si trovano in viaggio di piacere, ma anche a chi deve spostarsi per lavoro. Un’avventura nata qualche anno fa, sfruttando finanziamenti dedicati a progetti di turismo green, e diventata una vera e propria community di persone che vogliono viaggiare riducendo al minimo l’impatto ambientale del proprio soggiorno.

Per scoprirne di più abbiamo intervistato Simone Riccardi, co-founder di EcoBnb, social entrepreneur ed esperto di turismo sostenibile. Ad incuriosirci, innanzitutto, sono state le statistiche che abbiamo snocciolato all’inizio. Lui precisa, illustrando il tutto nei minimi dettagli.

“Otto chili è la quantità di CO2 risparmiata a notte per persona in una struttura ricettiva che ha tutti i dieci requisiti principali di eco-sostenibilità individuati da EcoBnb, rispetto ad una struttura che non possiede queste attenzioni. Essendo la CO2 un gas ‘inconsistente’, che non possiamo vedere e toccare, il dato è stato tradotto in quantità di alberi corrispondenti, che servirebbero per compensare la CO2 prodotta. Questo calcolo è stato fatto da HowManyTrees (un portale dedicato al calcolo dell’impatto ambientale di una persona, ndr). Il risparmio di acqua? Grazie all’installazione di riduttori di flusso nei rubinetti della struttura, e sistemi per la raccolta e il riuso dell’acqua piovana, che permettono di salvare fino a trecentodue litri per persona al giorno”.

EcoBnb prevede che venga garantita l’accessibilità alle strutture senza auto. Adattare il virtuoso intento alle grandi città sembra più semplice del previsto.

“Beh, si tratta di un requisito più semplice da ottenere in città, dove solitamente ci sono servizi di trasporto pubblico efficienti, rispetto che nelle aree rurali. Nonostante ciò, anche al di fuori delle città si può promuovere una mobilità più sostenibile, ad esempio offrendo servizi di transfer per chi arriva senza auto, mettendo a disposizione degli ospiti biciclette, ecc.”.

Ad oggi, tuttavia, le aree rurali risultano ancora preminenti.

“Attualmente gli EcoBnb sono più numerosi in campagna che in città perché spesso gli host cercano e vogliono offrire ai loro ospiti un contatto diretto con la natura ed il verde”.

Mettiamo che un host voglia entrare a far parte di EcoBnb. Come può farlo?

“Rispettando criteri e parametri derivati da un confronto con varie ecolabel europei che è stato svolto nell'ambito del progetto europeo Ecodots (cofinanziamento europeo dedicato a progetti di turismo ecosostenibile), in collaborazione con altri partner specializzati sul tema.

In cosa consistono questi parametri?

“Attualmente, in dieci caratteristiche principali. Le strutture che vogliono entrare a far parte del servizio, devono possedere almeno cinque di questi criteri: elettricità da fonti rinnovabili al 100%, cibo biologico o a chilometro zero, accessibilità senza auto, disposizione di prodotti per la pulizia ecologici, raccolta differenziata oltre l'80%, lampadine a basso consumo, bioarchitettura, pannelli solari per acqua calda, riduttori di flusso per l'acqua, recupero e riuso delle acque”.

Dunque, una volta acquisiti cinque di questi criteri, è possibile unirsi al circuito.

“Non solo: oltre a questi esistono numerosi altri requisiti secondari, che vanno di pari passo con le innovazioni nell'ambito della sostenibilità. Pensiamo ad esempio al servizio di ricarica per le auto elettriche, introdotto negli eco-hotel negli ultimi anni”.

In quante sono le strutture che hanno già aderito ad EcoBnb?

“Più di tremila strutture in tutto il mondo. Un numero piccolo, finora, ma destinato a crescere”.

Come Simone Riccardi vede il futuro?

“Il green non è più solo una moda ma uno stile di vita. Esistono già numerose community green: pensiamo, ad esempio, ai gruppi di acquisto solidale. Il loro numero sta crescendo in modo esponenziale. Auspico che in futuro l'essere eco-sostenibile diventi sempre più una priorità un obiettivo condiviso dalla maggioranza delle persone, incentivato o imposto anche attraverso leggi e regolamenti. Solo così si può accelerare il cambiamento verso un mondo possibile”.

Cosa vorrebbe dire a chi intende aderire al servizio hosting?

“Insieme possiamo fare la differenza e contribuire a rendere il pianeta terra un luogo migliore. "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo", per citare Gandhi”.

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