Giornalismo gonzo: cos’è e cosa significa attraverso degli esempi

Giornalismo gonzo

Di giornalismo tradizionale, ormai, diremmo che ve n’è rimasto ben poco. Le forme ‘alternative’ di giornalismo vanno diffondendosi sempre più all’interno della letteratura moderna, ma anche nella pratica.

Assistiamo a una continua metamorfosi ormai da decenni, con nuovi modi di fare informazione, ma anche con la riscoperta di diversi stili giornalistici che sembrano completamente nuovi. È questo il caso del giornalismo gonzo: scopriamo insieme che cos’è e cosa significa questa espressione, attraverso alcuni esempi.

Che cos’è il giornalismo gonzo: alcuni esempi particolarmente utili

Il giornalismo gonzo è uno stile di giornalismo non convenzionale che si basa sul coinvolgimento personale del giornalista nella storia. Potremmo riassumere così, con una definizione ‘secca’, questo particolare modo di fare informazione. Provando a creare due sponde, troviamo da una parte il giornalismo tradizionale, in cui ci si basa su fatti concreti, dall’altra troviamo diversi tipi di giornalismo unconventional, come appunto il gonzo.

Il termine "gonzo" fu usato per la prima volta in relazione a Hunter S. Thompson dall'editore della rivista The Boston Globe Bill Cardoso nel 1970. La parola proviene dal gergo irlandese che si parla a South Boston, un quartiere della capitale del Massachussets. Il gonzo è letteralmente l’uomo che sta in piedi tutta la notte dopo una maratona di bevute.

Nel giornalismo gonzo l’autore è il protagonista, che vive e racconta contemporaneamente una storia da un punto di vista in prima persona. Lo scrittore diventa parte della storia, ritraendo gli eventi attraverso la propria esperienza. La personalità del pezzo e le sue verità soggettive sono più importanti dei fatti reali della storia, tanto che alcuni aspetti della scrittura sono spesso esagerati o profani, mentre il tono e lo stile di scrittura possono fare affidamento su iperbole, umorismo e sarcasmo. È per questo che lo definiamo un giornalismo anti-tradizionale, in cui si punta più alla forma narrativa che alla veridicità dei fatti.

Altri autori che hanno usato lo stile "gonzo" sono ad esempio P. J. O'Rourke, William Godwin e Matt Taibbi. Non è ben chiaro, in effetti, il confine tra ciò che può ricadere su questa definizione e ciò che, invece, deve starne fuori. Alcuni giornalisti definiscono gonzo anche lo stile di Tiziano Terzani reporter in Vietnam e quello di Aidan Hartley che parla, ne “Il forziere di Zanzibar”, delle guerre civili in Africa.

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