Realtà virtuale in guerra, startup aiuta i giornalisti a utilizzarla per il conflitto in Siria

Realtà virtuale in guerra

Raccontare la guerra in Siria grazie alla realtà virtuale. È il progetto di Frontline in Focus, un'agenzia di media indipendente co-fondata dal pluripremiato fotografo Khalil Ashawi, che sta sperimentando la narrazione dalle zone di conflitto attraverso AR e VR.

Ashawi, come racconta Reuters in un interessante approfondimento, ha iniziato a fare reportage proprio dalla Siria, dove nel 2013 ha archiviato foto per testate giornalistiche e agenzie tra cui, appunto, la stessa Reuters. Cinque anni dopo, ha lanciato questa iniziativa editoriale davvero interessante dal punto di vista giornalistico.

Frontline in Focus partì prima come una pagina Facebook e poi come una gamma più ampia di storie dal Paese mediorientale da raccontare. Oggi produce film e fotogiornalismo dalla Siria e si sta espandendo nella narrazione di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR), anche per clienti media come alcune emittenti europee.

“Dall'inizio della guerra in Siria fino al 2017-18, tutte le notizie di cui parlavano riguardavano i combattimenti e come stavano andando sul campo. La maggior parte di loro non parlava di ciò che stava accadendo alle persone che erano fuggite dalle loro case. È per questo che copriamo alcune storie dal lato militare, ma ci concentriamo su storie di interesse umano”, racconta Ashawi.

“La produzione di storie multimediali utilizzando la tecnologia VR e AR è un approccio nuovo e rivoluzionario nella produzione multimediale che aiuta gli spettatori a uscire dalla tradizionale visualizzazione di notizie e ad immergersi nell'esperienza. Ti sei mai immaginato di camminare su una strada distrutta in una zona di conflitto? Ecco, offriamo esattamente questo”.

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