Laura Silvia Battaglia tra i docenti del Master in Giornalismo, Comunicazione e Social Media di Alma Laboris

Laura Silvia Battaglia

Laura Silvia Battaglia è giornalista, documentarista e conduttrice radiofonica. Si occupa di reporting in aree di crisi dal 2008 ed è specializzata in Medio e Vicino Oriente. Collabora con testate e televisioni internazionali come il quotidiano americano The Washington Post.

È direttrice delle testate del Master in giornalismo dell'Università Cattolica di Milano e conduce su Radio Rai 3 la trasmissione di esteri Radio3Mondo. Ha scritto quattro libri e ha realizzato dieci documentari.

Ringraziamo anzitutto la Dr.ssa Battaglia per aver aderito alla Faculty del Master "Giornalismo, Comunicazione e Social Media" di Alma Laboris Business School.

Abbiamo il piacere di scambiare con Laura interessanti riflessioni su alcuni topic che hanno caratterizzato la sua carriera professionale.

Che ricordi ha dei primi passi della Sua Carriera?

Ho iniziato nel 1996 in Sicilia come cronista di bianca e di nera e ho lavorato in un quotidiano locale siciliano per dieci anni. È stata una palestra perfetta: la cronaca è la base per comprendere che il giornalismo è un servizio alla comunità e per capire che farlo bene, soprattutto in aree ad alta densità mafiosa, ti pone di fronte a delle scelte di campo, ad essere il cane da compagnia o il cane da guardia del potere. A seconda della scelta, c'è un prezzo da pagare. E Pippo Fava, maestro professionale di molte generazioni di reporter catanesi, ha tracciato la strada per noi, per coloro che hanno creduto nel suo modo di fare giornalismo.

Quanto è stata importante la Formazione nello sviluppo del Suo Profilo Professionale?

Fondamentale. Dopo dieci anni di lavoro in Sicilia, in cui ho potuto approfittare della volontà di alcuni capo-redattori di insegnarmi il mestiere in bottega, ho deciso di trasferirmi a Milano per nuotare in un mare più grande. Ho concorso per entrare in una delle Scuole di giornalismo riconosciute dall'Ordine. Non ho potuto fare scelta migliore, essendo stata selezionata nel Master che oggi, dopo 18 anni, dirigo. Una scuola dove ho imparato tutto quello che non sapevo fare: radio, televisione, riprese, montaggio, inchiesta televisiva. Nel 2005 sono diventata già una giornalista digitale completa e indipendente, in grado di essere una libera professionista a disposizione di qualsiasi media mi chiedesse un prodotto finito, chiavi in mano, per l'Italia o per l'estero.

Sicuramente, e pur essendo una Professionista affermata, avrà ‘fame’ di raggiungere altri obiettivi: quali sono?

Lavorare sempre di più su progetti transazionali di giornalismo investigativo con team multilingua. Non mi dispiacerebbe dedicare il segmento più maturo della mia carriera a una esperienza in un grande network internazionale, sempre su progetti di ampio respiro, lontano dalle breaking news.

Quali consigli potrebbe fornire alle giovani leve che vorrebbero approcciarsi al Suo ambito professionale?

Non aspirare a imitare un modello di giornalismo che non ha più forme di business sostenibili (grandi redazioni di quotidiani generalisti, ad esempio, con contratti vecchio articolo 1). Imprendere e guardare ai prodotti di alta qualità esteri come modello per lavorare con l'estero. Creare un team progettuale con altri professionisti, non necessariamente giornalisti. Appassionarsi al giornalismo dei dati. Imparare a montare da sé l'audio e il video. Ma mantenere un alto grado di specializzazione su un determinato argomento. Su tutto e sempre, essere umili e studiare. Adattarsi a quanto ci viene offerto ma tenere sempre saldo il proprio sogno nel cassetto come un obiettivo concreto da perseguire con determinazione.

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