I social media sono portali su cui, da sempre e per costituzione, prevalgono ideali di libertà di parola, accesi dibattiti politici, approvazione sociale, scetticismo.
Negli ultimi anni sono emerse diverse nuove opzioni, molte delle quali si presentano esplicitamente come alternative a piattaforme di social media più consolidate come Facebook, Twitter e YouTube. Sono i cosiddetti social media alternativi, che giocano già un ruolo rilevante nell’ambiente dell’informazione, perché abili a creare una piccola ma soddisfatta comunità di consumatori di notizie.
Per chi frequenta i social media alternativi, uno dei motivi principali per cui gli utenti si collegano è senza dubbio quello di rimanere informati sui principali eventi di attualità nel mondo. Sebbene meno di un americano su dieci affermi di utilizzare uno di questi siti per le notizie, la maggior parte di loro afferma di aver trovato lì una comunità di persone che la pensano allo stesso modo. Soffermiamoci su questo concetto: pensarla alla stessa maniera. La forza di queste community sta nel riuscire ad accomunare persone non tanto per i loro interessi, quanto per le loro opinioni.
I consumatori di notizie sui quattro siti con numeri abbastanza grandi da essere analizzati individualmente (tra cui spicca Telegram) in gran parte affermano di essere soddisfatti della loro esperienza nel ricevere notizie sui siti, di trovare le informazioni lì per lo più accurate, e che le discussioni sono per lo più amichevoli.
Curiosità e implicazioni politiche: negli USA, la maggior parte di coloro che ricevono regolarmente notizie da almeno uno dei sette siti di social media alternativi si identifica come repubblicana o si appoggia al Partito Repubblicano, in contrasto con i consumatori di notizie su siti di social media più affermati, che in gran parte si identificano come Democratici.
