Russia, S&P taglia il rating al default selettivo. E le banche iniziano ad abbandonarla

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Un’altra mazzata piuttosto significativa per l’economia della Russia. Standard & Poor’s ha tagliato il rating del debito russo in valuta estera da CC/C a SD/SD (default selettivo).

Un downgrade che, secondo gli esperti di economia e finanza, riflette la decisione del governo russo dello scorso 4 aprile di effettuare in rubli i pagamenti di cedole e capitale sugli Eurobond denominati in dollari.

Come possiamo intuire dalla retrocessione attuata da S&P, l’agenzia di rating non si attende che gli investitori siano in grado di convertire in dollari equivalenti agli importi originariamente dovuti il pagamento effettuato in rubli, oppure che il governo converta quei pagamenti entro un periodo di grazia di 30 giorni. Un certo peso sulla valutazione è ovviamente dato anche dalle sanzioni comminate verso un Paese ostracizzato dal punto di vista finanziario ed economico.

Due giorni dopo, è arrivata la notizia dell’uscita di scena dalla Russia da parte di Société Generale. Si tratta della prima banca UE – e prima estera in assoluto – a muoversi in questo senso. Dopo il taglio del giudizio sul merito di credito del debito russo in valuta estera, la terza banca francese per asset dopo Bnp Paribas e Credit Agricole annuncia la vendita della quota in Rosbank e nelle controllate russe nel settore assicurativo a Interros Capital. Tanti segnali inequivocabili di un taglio da parte dell’Europa e del mondo occidentale, e di condanna verso l’invasione dell’Ucraina che ancora si perpetua.

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