Export in Croazia, i vantaggi dopo l’entrata in Eurozona

Export in Croazia

Dal 1° gennaio 2023 la Croazia è entrata in Eurozona. Il Paese balcanico diventa il ventesimo Paese ad aderire alla zona Euro. La kuna, la valuta locale, è stata sostituita dall'euro.

Con la moneta unica, il Paese spera di rendere la sua economia più forte e stabile e di migliorare il tenore di vita dei suoi abitanti; per le imprese degli altri Paesi, la missione è quella di iniziare un’attività di export anche in Croazia.

Il 45% dei croati aveva già un conto in euro per le grosse spese, ma tutti ora devono abituarsi alla moneta unica per gli acquisti di tutti i giorni. Il Paese dovrebbe trarre notevoli benefici economici da questo cambiamento tutt’altro che marginale.

Nell’orizzonte 2019-2022, le maggiori opportunità di crescita per il made in Italy in Croazia riguardano le filiere Agroalimentare (+100.4 milioni di euro nel complesso del quadriennio), Prodotti finiti per la Persona (+87.6 milioni di euro), Materie prime industriali (+81.6 milioni di euro).

Nel 2021, l'Italia è stata il secondo mercato di destinazione delle esportazioni croate di merci dopo la Slovenia, avendo accolto circa il 12,4% di tutte le esportazioni croate, e il suo secondo fornitore dopo la Germania. Circa 340 imprese italiane detengono partecipazioni in società croate, impiegando oltre 12 mila persone. Non è difficile da immaginare, dunque, un grosso volume d’affari tra questi due Paesi.

Il commercio tra Italia e Croazia sarà favorito dall’abolizione di praticamente tutte le frontiere marittime e terrestri, in particolare quella che separava Trieste dall’Istria, a seguito della divisione avvenuta dopo il secondo conflitto mondiale.

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