Sace, ecco come la transizione energetica guida l’export italiano

transizione energetica

Il rapporto export 2022 di Sace parla chiaro: la transizione energetica può guidare l'export italiano in ogni angolo del mondo.

Il rapporto “Caro Export”, dedicato alla proiezione internazionale dell'economia italiana, testimonia come quest’ultima stia – egregiamente, diremmo – resistendo a un clima, quello globale, che si fa sempre più difficile da sopportare.

Nei primi sette mesi del 2022 le vendite italiane oltreconfine sono risultate in aumento del 21,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. A giocare un ruolo chiave, come detto, è stato proprio l’ambiente. Con i costi energetici che stanno aumentando in maniera considerevole, salgono anche i costi di produzione.

È qui che entra in gioco la transizione, un volano di crescita indispensabile perché capace di aumentare, in un colpo solo, il tasso di occupazione (nuova energia significa nuovi posti di lavoro) e una risposta strategica e immediata a quello che è il caro-energia. Il risparmio? Circa 12mila miliardi di dollari all'economia globale da qua al 2050. Non di certo di poco conto, diremmo.

Ibridazione, per Sace, è la parola chiave: l’accelerazione verso un sistema Paese sostenibile passa attraverso il complementare connubio tra la transizione energetica e l’insistenza sull’export, caposaldo della nostra cultura economica.

“La svolta green, supportata anche dal piano Next Generation EU, favorirà l’export italiano di questi settori anche in Spagna. Una transizione dalla quale potranno derivare opportunità per le imprese italiane in alcuni settori”, afferma il report. Che disegna un nuovo, per certi versi, inaspettato tandem.

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