Denominazione di origine protetta: cosa significa, come si ottiene

Denominazione di origine protetta

Tra i marchi di tutela dell’identità aziendale più ambiti vi è senza dubbio la denominazione di origine protetta, spesso abbreviata con l’acronimo DOP. Si tratta di un riconoscimento della tutela giuridica della denominazione che un ente sovrastatale, l’Unione Europea, attribuisce solo ad alcuni prodotti di genere alimentare. Ecco come si fa ad ottenere il marchio DOP: in cosa consiste la procedura per il riconoscimento di un prodotto, e come si fa a conquistare l’ambito logo.

 

Cosa vuol dire Denominazione di origine protetta? Significato acronimo DOP

Denominazione di origine protetta: cosa significa, come si ottieneCome abbiamo già accennato in precedenza, la denominazione di origine protetta è un elemento importante perché il bene prodotto da un’azienda che opera nel settore alimentare venga riconosciuto in base ad alcuni standard ben precisi.

La necessità di far nascere un marchio di denominazione di origine protetta nasce dall’esigenza da parte dell’Unione Europea di consentire ai produttori di beni alimentari o agricoli di proteggere il proprio lavoro con un sistema che consente la registrazione delle denominazioni dei prodotti, e il conseguente ottenimento di specifici relativi diritti. Il DOP è stato creato, appunto, per permettere a chi opera in questo settore di guadagnarsi un riconoscimento in base a criteri che corrispondono al cosiddetto fattore geografico. 

Questo genere di marchio, infatti, viene attribuito solo a cibi, bevande e altro genere di prodotti alimentari, che presentano delle caratteristiche qualitative strettamente correlate al territorio in cui vengono prodotti. Per rientrare nella denominazione di origine protetta, infatti, un alimento deve dipendere in maniera essenziale o in maniera esclusiva dal luogo in cui avviene la produzione.

Denominazione di origine protetta, come fare: la procedura per il riconoscimento

Dal significato profondo dell’esistenza della denominazione di origine protetta, possiamo desumere che il riconoscimento di un marchio per quanto riguarda un prodotto alimentare o agricolo deve rispettare alcuni parametri. Questi vengono opportunamente definiti dalla normativa comunitaria: con precisione, ci si riferisce al regolamento 510/2006, che nell’articolo 4, paragrafo 1, stabilisce che “per beneficiare di una denominazione d'origine protetta, un prodotto agricolo o alimentare deve essere conforme ad un disciplinare”.

Come si fa la domanda di riconoscimento per marchiare un prodotto con la denominazione di origine protetta? Innanzitutto, bisogna inviarla regolarmente al Ministero delle politiche agricole e forestali, includendo tutti i fattori di identificazione del prodotto, la cui denominazione deve includere la denominazione del territorio; la sua appartenenza a questo stesso territorio citato; il disciplinare di produzione e l’ente terzo di certificazione a cui è affidato il controllo sulla conformità della produzione al disciplinare stesso.

Chi può avviare la procedura per il riconoscimento? Una denominazione di origine protetta può essere richiesta e ottenuta solo da una organizzazione associativa; a tal proposito, la legge non stabilisce l’esatta forma giuridica che questa deve avere per conseguire il riconoscimento DOP. Va da sé che l’associazione può presentare la domanda di registrazione solo per i prodotti che essa stessa produce, o elabora. La procedura avviata ha tre fasi: istruttoria, nella quale il Ministero verifica conformità del prodotto alla normativa e pubblica la proposta di disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana; comunitaria, in cui il Ministero trasmette la domanda alla Commissione dell’Unione Europea, che dovrà esaminare le conformità del prodotto e, nel caso, pubblicarlo sulla Gazzetta Ufficiale UE; ispettiva, consistente in un continuo monitoraggio della denominazione.

Denominazione di origine protetta logo: come riconoscere quello ufficiale

Il marchio DOP, dunque, rappresenta una vera e propria garanzia per il consumatore. Chi acquista un prodotto a denominazione di origine protetta, infatti, conosce i benefici di tale operazione: sta innanzitutto acquisendo un genere agricolo o alimentare che rispetta gli standard previsti dalle norme, e che presenta delle caratteristiche di qualità.

Al fine di tutelare in modo ottimale i produttori e i beni che vengono prodotti e successivamente marchiati con la denominazione di origine protetta, è stato ideato un particolare logo che li distingua in maniera efficace. Originariamente si trattava di un sole giallo e blu, ma recentemente il marchio è stato caratterizzato di elementi distintivi per separarlo in modo corretto dal logo dell’IGP, che contrassegna invece prodotti marchiati con Indicazione geografica protetta. Attualmente, questo è costituito da un sole giallo e rosso.

 

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