Performance d’eccellenza per l’outsourcing di settore:
Una industria “giovane”, d’eccellenza e più che mai in controtendenza rispetto alla crisi, visto che continua a crescere con l’obiettivo di sottrarre alla Germania il primato europeo confermando ottimizzare tempi e processi produttivi con un vantaggio in termini di costi e di qualità sul prodotto finito.
Questo l’identikit aggiornato del comparto rappresentato dal Gruppo Conto terzi Farmindustria, guidato da Roberto Teruzzi, Ceo del Gruppo Corvette, che sull’ulteriore boom del settore è pronto a scommettere: “Il nostro è un settore dinamico, che sta rapidamente cambiando e che continuerà a crescere in Itali – dice. – Il nostro Paese può davvero diventare il più importante hub farmaceutico d’Europa”.
Seimila addetti, 1,2miliardi di fatturato, 850 milioni (71% del totale) di export e una crescita del 120% di fatturati e occupazione a partire dal 2005 sono il biglietto da visita del comparto, che nel 2013 ha investito in ricerca e attività innovative circa 73 milioni di euro mettendo al servizio del pianeta pharma servizi d’eccellenza riconosciuti a livello mondiale. Attive in tutte le aree e fasi produttive legate alla produzione farmaceutica, le aziende del contract development and manufacturing vantano standard altissimi e risorse umane qualificate e specializzate: sono laureati o diplomati il 67,2% degli addetti.
E le aziende del settore promettono ancora investimenti e occupazione. La partita del resto è di tutto rispetto: “Secondo uno studio di Frost&Sullivan – spiega ancora Teruzzi – il mercato del contract manufacturing in Europa passerà dai 10 miliardi di dollari del 2011 ad oltre 21 miliardi nel 2018”.
La speranza è dunque quella di accaparrarsi una fetta ancor più importante della torta che già vede l’Italia al secondo posto per la produzione farmaceutica in ambito Ue grazie al fenomeno del contoterzismo, ancora poco conosciuto dal grande pubblico ma apprezzatissimo dalle aziende farmaceutiche, che scelgono di affidare a imprese esterne l’esecuzione di alcune attività, per ottimizzare tempi e processi produttivi, con un vantaggio in termini di struttura dei costi e di competitività internazionale sul prodotto finito. Obiettivo del Gruppo - che rappresenta oggi 17 associati - ampliare il proprio raggio d’azione, coinvolgendo tutte le imprese senza distinzioni riguardo al capitale societario: “Quel che conta – commenta ancora Teruzzi – non è il capitale d’origine, bensì la presenza dell’azienda sul territorio, che genera lavoro e valore per il Paese”.
Proprio dall’obiettivo di valorizzare il comparto produttivo nasce il press tour dei contoterzisti che in parallelo al progetto “Produzione di valore” promosso da Farmindustria ha puntato in questi mesi ad accendere i riflettori sulle eccellenze territoriale del settore: dal Veneto (2.600 addetti diretti, 6.500 nell’indotto e 45 milioni di euro all’anno investiti in R&S), alla Campania (900 addetti diretti, 4.000 nell'indotto, investimenti di grandi imprese a capitale estero e di piccole e medie imprese a capitale italiano), al Lazio.
Le perle laziali. Con un fatturato di oltre 400 milioni (85% rivolto all’export) e circa 2.200 addetti il conto terzi farmaceutico gioca un ruolo di primo piano nella Regione e nell’ambito di un comparto che a livello territoriale conta 50 aziende e 14.500 addetti (di cui oltre mille impegnati nella R&S) e altri 6.500 nell’indotto.
Numeri che fanno del Lazio la seconda Regione farmaceutica italiana, dopo la Lombardia, per consistenza del comparto e la prima regione farmaceutica per export, con oltre 7 miliardi di vendite all’estero nel 2013, in crescita del 2,3% nella prima metà del 2014.
“Oggi l’export farmaceutico vale più di quanto paga il Ssn per i medicinali” – commenta Emidio Stefanelli, vicepresidente Farmindustria, presidente delle Pmi del settore e titolare dell’Istituto Biochimico Nazionale Savio, che nel sito produttivo di Pomezia (60 dipendenti) ha visto crescere i volumi produzione fino a toccare i 14,5 milioni di confezioni prodotte nel 2014 di cui l’89,6% in conto terzi. Punte di diamante il Gruppo Aenova – leader mondiale del contract development and manufacturing - che ha acquisito lo stabilimento ex-Pfizer di Latina: “Siamo primi al mondo per la produzione di veterinari” – dice Angelo Gatto (vicepresidente Animal Health Sales) – “E siamo in grado di gestire supply chain complesse a partire dall’acquisto del principio attivo fino alla distribuzione del prodotto finito”. Il tutto con oltre 400 dipendenti – 90 assunti nell’ultimo triennio – e circa 70 milioni di fatturato l’anno. Nella escalation delle eccellenze anche la Bsp, sempre di Latina: “Siamo una delle pochissime aziende al mondo in grado di operare sulle nuove generazioni di chemioterapici, i cosiddetti “target” – spiega Giorgio Ciacciarelli (Human Resources Director).
Inutile aggiungere che l’altissima qualificazione del personale addetto è una scelta obbligata, un personale peraltro decisamente in crescita: dai 118 dipendenti del 2008 l’azienda ne conta oggi oltre 300 e ne annuncia oltre 400 per il 2018, quando è atteso il raddoppio del fattutrato oggi a quota 110 milioni.
Numeri ancor più da capogiro per Patheon, affiliata italiana del gruppo DPx Holdings B.V., un colosso del conto terzi da 2 miliardi di dollari di fatturato annuo. La performance a livello nazionale già nel 2013 si attestava a 164 milioni di euro (il 14% del comparto): nel 2014 dovrebbe quotare 180 milioni di euro, per un totale di 1120 addetti, equamente spartiti tra Monza e Ferentino. “Serviamo le prime 10 aziende al mondo”, spiega Bianca Squeglia, Executive Director & General manager dallo scorso luglio a Ferentino, sito specializzato nella produzione di specialità sterili, liquidi e liofilizzati, dove nel 2015 saranno investiti 10 milioni di euro per l’ampliamento dei Pharmaceutical developmente services, lo sviluppo di formulazioni e processi farmaceutici.
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